Rosario Piccioni
9 novembre 2017
Rosario Piccioni

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Piccioni: «Solo bugie e veleni nella memoria difensiva del sindaco Mascaro»


E’ proprio il caso di dirlo: finalmente. Dopo ben due mesi dalla mia istanza di accesso agli atti, solo nei giorni scorsi mi è stata trasmessa la memoria illustrativa presentata dal sindaco alla commissione di accesso il 6 settembre scorso.

Basterebbe questo, prima di entrare nel merito, per far capire, in contrasto con i tanti proclami di legalità e correttezza, il livello di trasparenza di questa amministrazione, in cui a un consigliere eletto dai cittadini viene negato per due mesi un diritto fondamentale di accesso agli atti.

Ci tengo ad esprimere apprezzamento per la condotta amministrativa della segretaria generale del Comune che, nonostante i tanti ostacoli disseminati sull’iter di questa istanza, alla fine ha fatto prevalere la legge consegnandomi la documentazione richiesta.

A leggere il contenuto della memoria, si resta esterrefatti e profondamente rammaricati per la città. Mascaro ripropone le stesse bugie, con gli stessi toni velenosi utilizzati nella conferenza stampa di due settimane fa. Il livello di correttezza istituzionale in questa città con Mascaro è arrivato a un livello così basso che, in un atto ufficiale di estrema importanza, si mettono nero su bianco delle falsità e delle verità parziali per tentare di difendere l’indifendibile e scaricare responsabilità che non ci si vuole assumere.

Mascaro sta mostrando di avere una sola difesa: buttare fango sugli altri. Che senso ha parlare di delibere di giunta solo in termini di legittimità amministrativa ad una commissione di accesso che deve valutare, invece, le infiltrazioni mafiose all’interno dell’amministrazione comunale? Non c’è alcun nesso logico. Mascaro racconta faziosamente tante bugie.

Falsità è quanto afferma Mascaro riguardo alla vicenda della sentenza Spes, omettendo volutamente di dire un elemento fondamentale: all’ufficio legale del Comune e all’amministrazione precedente non è mai giunta alcuna comunicazione relativa alla conclusione del processo Spes, nonostante l’ufficio legale avesse inviato due espresse richieste via Pec all’avvocato.

Del resto, come ho avuto di apprendere facendo istanza di accesso agli atti, anche all’attuale amministrazione almeno fino al mese di giugno 2017 non è mai giunta alcuna informazione sull’esito del processo, tant’è che l’ufficio legale del Comune ha richiesto copia della sentenza al legale dell’associazione che si era costituita per conto del Comune.

Ma tutto questo Mascaro, che continua a comportarsi da bugiardo, non lo dice. E continua imperterrito a comportarsi da bugiardo sulla vicenda della Vigor Lamezia. Dopo non aver mosso un dito per tentare di salvare la società negli scorsi mesi, pur di sparare fango arriva ad affermare che la delibera, con cui sono stati rimborsati nel 2014 alla Vigor 70 mila euro per i lavori di adeguamento dello stadio per il campionato di Legapro, sarebbe stata illegittima ed emanata «in spregio ad ogni norma di legge».

E qui Mascaro non solo è bugiardo, ma dovrebbe almeno provare a mettersi d’accordo con se stesso: perché oggi contesta quell’atto e invece in quel periodo tanto lui nelle sue vesti dirigenziali, quanto il presidente della Vigor Lamezia, quanto e soprattutto l’amministratore delegato della società Lucio Girifalco sollecitavano per più mesi e anche più volte al giorno l’amministrazione precedente perché venisse adottata quella delibera? Avete capito bene: quella stessa delibera che oggi contesta.

Da assessore allo sport e ai lavori pubblici ho seguito personalmente la vicenda e so di non poter essere smentito. Una delibera assolutamente legittima, perchè serviva a regolarizzare il rapporto con la società che aveva svolto i lavori di adeguamento del D’Ippolito anticipando le somme necessarie e che avrebbe evitato al Comune di essere condannato quanto meno per indebito arricchimento. Mascaro si metta d’accordo con se stesso.

E cade ancora in contraddizione Mascaro quando, mentre continua a giocare la parte di chi fa contemporaneamente l’avvocato e il giudice autoassolutorio di se stesso e il pubblico ministero e il giudice repressivo degli altri, elenca le delibere approvate a fine mandato dalla precedente amministrazione.

Mentre si straccia la vesti, contemporaneamente la sua amministrazione negli ultimi giorni sta sfoggiando una produttività che in due anni e mezzo non si era mai vista: avvisi pubblici, regolarizzazione di occupazioni abusive, addirittura miracolosi sgomberi di campi Rom…

Come mai così tanta fretta proprio alla vigilia della decisione del governo? Se si predica in un modo nei confronti degli altri, poi non si può razzolare male. Con una differenza rispetto ai casi citati da Mascaro. Nel primo caso, si trattava della fine naturale di un mandato elettorale. Oggi si sta agendo per timore che questa consiliatura possa concludersi in anticipo per un eventuale evento «traumatico» per la sua amministrazione.

Ma del resto come meravigliarsi di chi ha deciso di guidare la città a braccetto con soggetti che arrivano ad intimorire i giornalisti al punto da costringerli a censurare trasmissioni televisive tagliando parti scomode.

Io sono e sarò sempre dalla parte dello Stato e delle istituzioni repubblicane. Punto. E soprattutto, con grande senso di responsabilità, ho sempre detto che prima di esprimere qualsiasi giudizio bisognerebbe avere il buon senso di leggere le carte, che invece ad oggi non ci sono. Se nella relazione prefettizia ci fossero elementi positivi per la nostra città, sarei il primo ad essere felice per una decisione di non scioglimento.

Ma se in tale relazione dovessero invece esserci elementi che provano le infiltrazioni della criminalità, sono certo che non sarei il solo in questa città a capire che la decisione di scioglimento sarebbe l’unica via per cercare di dare un futuro positivo ai nostri figli.
Rosario Piccioni
Consigliere comunale «Lamezia Insieme»


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