Per Giorgia Meloni ci sono ritardi evidenti e difficili da recuperare. Ma per il premier non c’è nessun ritardo e gli obiettivi sono stati raggiunti. Sul Pnrr la leader di Fdi e Mario Draghi non sono d’accordo.
“Ereditiamo una situazione difficile: i ritardi del Pnrr sono evidenti e difficili da recuperare e siamo consapevoli che sarà una mancanza che non dipende da noi ma che a noi verrà attribuita anche da chi l’ha determinata”, ha detto Meloni nel corso dell’esecutivo nazionale del partito. In ogni caso “la transizione tra vecchio e nuovo governo, ancora da formare, sta andando avanti in maniera ordinata.
“Non ci sono ritardi nell’attuazione del Pnrr: se ce ne fossero, la Commissione non verserebbe i soldi”, ha sottolineato dal canto suo il presidente del Consiglio nel corso della cabina di regia a Palazzo Chigi.
E’ anche il naturale gioco delle parti. Chi si appresta ad assumere la responsabilità di governo mette le mani avanti. E chi lascia il testimone vuole rivendicare i risultati raggiunti. “Spetta al prossimo governo continuare il lavoro di attuazione” del Pnrr “e sono certo che sarà svolto con la stessa forza ed efficacia”, ha detto Draghi in un passaggio del suo intervento a Palazzo Chigi con i ministri e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli sul piano nazionale di ripresa e resilienza. “L’attività tecnica delle vostre amministrazioni può e deve proseguire con la stessa solerzia. Ricordo che, proprio per garantire la continuità nell’attuazione del Pnrr, è stato deciso di creare, nella presidenza del Consiglio e in ciascun ministero, uffici dedicati al Pnrr che saranno operativi fino al 2026″.
“Nella Cabina di Regia dello scorso dicembre, avevo chiesto il massimo sforzo per continuare a portare avanti il piano. Il Pnrr è un’occasione unica per il rilancio dell’Italia, per il superamento delle diseguaglianze territoriali, di genere e generazionali che gravano sul Paese. La sua piena attuazione è fondamentale per la nostra credibilità verso i cittadini e i partner internazionali. Dobbiamo mantenere gli impegni presi e, per farlo, c’è bisogno del sostegno di tutti. Voglio ringraziare in particolare gli enti territoriali – i Comuni e le Regioni – per il lavoro che svolgono quotidianamente accanto all’amministrazione centrale”, ha detto ancora il premier.
“Grazie al vostro lavoro – si è rivolto il presidente del Consiglio ai presenti -, oggi possiamo dirci pienamente soddisfatti dei risultati raggiunti. Il Pnrr ha un modo molto semplice e trasparente per valutare a che punto è la sua realizzazione: il numero di obiettivi e traguardi raggiunti alla fine di ciascun semestre. Dal raggiungimento di questi obiettivi, e da nient’altro, dipende il disborso delle risorse europee. Nel primo semestre del 2022, l’Italia ha raggiunto ancora una volta tutti gli obiettivi del Pnrr, come ha accertato la Commissione Europea la scorsa settimana. L’Italia potrà ricevere altri 21 miliardi di euro, dopo i 45,9 miliardi ricevuti negli scorsi mesi. Non ci sono ritardi nell’attuazione del Pnrr: se ce ne fossero, la Commissione non verserebbe i soldi”.
“Per quanto riguarda il secondo semestre – ha illustrato il presidente del Consiglio – l’attuazione procede più velocemente dei nostri cronoprogrammi originari. Le elezioni e l’imminente cambio di governo hanno richiesto uno sforzo supplementare, per fare in modo che il nuovo esecutivo – qualunque esso sia – possa ripartire da una posizione il più avanzata possibile. Ad oggi, sono già stati conseguiti 21 dei 55 obiettivi e traguardi previsti per la fine dell’anno, e ci aspettiamo di raggiungerne 29 entro la fine del mese”.