“L’Italia è il maggiore beneficiario del Next Generation Eu e quindi l’Italia deve dimostrare di poter spendere le risorse secondo i tempi, con efficienza e con integrità“. Ad affermarlo è l’ex presidente del Consiglio Mario Draghi nel corso della Martin Feldstein Lecture organizzato dal National Bureau of Economic Reseatch a Cambridge, Massachusetts.
A livello internazionale, “una immediata conseguenza della guerra in Ucraina è che noi dobbiamo realizzare una transizione verso una più forte difesa comune europea. Per questo bisogna raggiungere gi obiettivi minimi di spesa Nato del 2% del pil”.
“Credo che gli europei siano ora più pronti, rispetto a venti anni fa, ad una maggiore integrazione perché ora ci sono solo tre opzioni: paralisi, exit o integrazione”, aggiunge.
“I sondaggi – sottolinea Draghi – sono chiari e ci dicono che i cittadini sentono un crescente senso di minaccia esterna soprattutto dall’invasione russa e questo rende la paralisi inaccettabile. Per quanto riguarda l’ipotesi di exit è passata dalla teoria alla realtà con la Brexit, con benefici molto incerti e costi che sono tutti visibili. Se paralisi e exit non sono attrattivi i costi di un’ulteriore integrazione sono più bassi”, aggiunge l’ex presidente del Consiglio.