Porto di Gioia Tauro
15 febbraio 2019
Porto di Gioia Tauro

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Porto di Gioia Tauro: «Italia del Meridione» chiede risposte


La Calabria pare essere, purtroppo, la regione delle mezze opere. Una regione che ahimè negli anni non ha saputo valorizzare i propri punti di forza e le proprie eccellenze. Con la sua posizione geografica strategica, al centro del mediterraneo, per decenni ha avuto la leadership grazie ad uno dei porti commerciali più importanti d’Europa.
Parliamo del porto di Gioia Tauro, un gigante che negli anni poteva davvero garantire la svolta all’intera regione, come è avvenuto con il porto di Rotterdam nei Paesi Bassi. Il porto di Gioia Tauro è il più grande porto in Italia per il throughput container, il 9° in Europa ed il 6° nel Mediterraneo, numeri che all’apparenza illudono, ma che invece sanno di profondo rammarico.

Infatti, è da circa dieci anni a questa parte che il porto calabrese sta perdendo punti percentuali e appeal nel panorama europeo e non solo. Sono sempre meno le navi mercantili ed i container che attraccano nel porto della piana. Nel 2018 si è registrata una perdita secca del 6% rispetto al 2017. In numeri significa che nel 2018 il terminal, ha movimento quasi 150 mila teus in meno rispetto al 2017.

Oltre ai soliti problemi legati alla criminalità, si sommano la mancanza di investimenti, l’assenza di una governance aziendale e di una classe politica lungimirante: fattori che stanno lentamente affossando il porto di Gioia Tauro. Perplessità derivano anche dall’attuale governo “giallo-verde”. Il ministro delle infrastrutture Toninelli infatti, qualche mese fa, aveva affermato come nel giro di poche settimane veniva risolta la questione legata al gateway ferroviario, attualmente inadeguato per accogliere i più lunghi ed importanti “treni merce”: infatti è fondamentale che i container vengano sbarcati al porto di Gioia Tauro e vadano sui binari per essere portati in Italia e non solo.

L’Italia non è solo la TAV. È possibile che il porto di Gioia Tauro in oltre 25 anni non è stato collegato in maniera efficiente alla rete ferroviaria nazionale? Eppure parliamo di poche centinaia di metri.
Le promesse dell’attuale governo ancora non sono stati rispettate, anzi.

Urgono interventi per rilanciare l’area portuale di Gioia Tauro, dotando lo scalo di banchine, gru e dei più moderni sistemi tecnologici ed efficienti per dare nuova linfa allo scalo calabrese. Il Governo, poi, deve essere in grado di revocare il commissariamento dell’autorità Portuale e nominare un presidente che abbia le competenze a trattare per l’attuazione della Zes, fondamentale per la Calabria intera.
L’attuale governo poi, potrebbe anche investire in strategie di sviluppo, che mirano al rilancio dell’itinerario ferroviario ionico-adriatico, collegando in serie porti importanti come Gioia Tauro, Crotone, Corigliano, Taranto e Bari, offrendo costi di transito alle merci competitivi rispetto al transito sulle grandi navi lungo il Mare Adriatico.

La Calabria non può più aspettare, così come i tanti padri di famiglia, che ogni giorno combattano con il rischio licenziamento.
Una simile infrastruttura, negli anni, avrebbe dovuto garantire nuove assunzioni e nuovi investimenti e non il contrario.
Chiediamo al governo risposte concrete, e non trattamenti di serie B, come spesso accade per le opere del sud.

Il tempo delle parole per Salvini e Di Maio è finito.
Idm, come sempre è compatta al fianco dei lavoratori del porto, e chiede investimenti in grado di portare sviluppo e miglioramenti all’area portuale di Gioia Tauro ed alla Calabria intera.
Tufo Carmine
Dirigente del Movimento Italia del Meridione


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