Matteo Renzi
5 gennaio 2016
Matteo Renzi

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«Premierato all’Italiana». Mini dossier dell’associazione Openpolis


Governo piglia tutto. Prosegue inesorabile – di Legislatura in Legislatura, di Governo in Governo – il rafforzamento dell’Esecutivo a discapito del Parlamento. Dei diversi elementi su tutti vi è la funzione legislativa. Affidata dalla Costituzione principalmente al Parlamento è diventata quasi appannaggio esclusivo del Governo.

Iniziativa dei provvedimenti. Su 10 atti che diventano legge, 8 sono di iniziativa del Governo e solo 2 del Parlamento. Interessante notare come durante i Governi di «larghe intese» i maggiori margini che aveva avuto il Parlamento durante l’Esecutivo Monti sono stati drasticamente ridotti con Letta per poi riassestarsi con Renzi al rapporto di 8 a 2.

Velocità delle leggi. I tempi per completare l’iter di una legge non dipendono da questioni tecniche o istituzionali – il bicameralismo incide poco – quanto dalla volontà politica. Ecco il perché di grandi differenze: sono bastati appena 13 giorni per la ratifica del trattato di risoluzione unica (più veloce), mentre ne sono serviti 871 per la legge sull’agricoltura sociale (più lenta). In media un provvedimento di iniziativa parlamentare necessita del triplo del tempo di un provvedimento di iniziativa governativa.

Tipologia degli atti. Il Governo quindi fa molte più leggi del Parlamento e in un terzo del tempo. La cosa però ancora più significativa è che tutte quelle più importanti sono di iniziativa governativa – provvedimenti economici, riforme, modifiche costituzionali, politica estera – mentre all’iniziativa parlamentare restano aspetti secondari e quasi di routine come, istituzione di commissioni, monumenti e celebrazioni, ratifiche di trattati e deleghe al Governo.

Voti di fiducia. Il piccolo spazio riservato al Parlamento nella produzione legislativa è reso ancora più misero dal ricorso del voto di fiducia dal parte del Governo. Se con Letta il 27% delle leggi ha necessitato di un voto di fiducia, la percentuale è salita al 34% con Renzi. In aggiunta è da notare come i provvedimenti più dibattuti hanno richiesto anche più di un voto di fiducia, negli ultimi anni il record è delle Riforma Fornero durante il Governo Monti con ben 8 voti di fiducia.

Sostegno dei gruppi. Che sia la stagione delle «larghe intese», lo si può vedere dal comportamento dei diversi gruppi nei voti finali delle leggi. Ovviamente i partiti presenti al Governo hanno tutte percentuali di sostegno vicine al 100%, da notare è invece il contributo dato dagli altri gruppi. Analizzando i voti al Senato durante il Governo Renzi, si nota come Conservatori e Riformisti, Al-A, Gal e Forza Italia abbiano sostenuto oltre il 70% delle leggi. Le percentuali si abbassano ma restano comunque importanti con la Lega (51%) e M5S (41%).


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