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26 maggio 2017

News

Presentato alla Luiss di Roma «Intelligence e magistratura» di Mario Caligiuri. Tra i relatori Luciano Violante e l’editore Rubbettino


Presentato all’Università Luiss «Guido Carli» di Roma il nuovo libro di Mario Caligiuri Intelligence e magistratura. Dalla diffidenza reciproca alla collaborazione necessaria, edito da Rubbettino con la prefazione di Carlo Mosca.

Ha introdotto e coordinato i lavori Paolo Boccardelli, direttore della Luiss Business School che ha promosso l’evento. Boccardelli ha evidenziato come il rapidissimo e costante cambiamento sociale richieda nuovi strumenti di interpretazione. In tale quadro, l’intelligence rappresenta un privilegiato e utile punto di incontro multidisciplinare e quindi si richiederanno presto specialisti appositamente formati in questo settore.

È quindi intervenuto Luciano Violante, presidente della Camera dei Deputati dal 1996 al 2001, che ha illustrato come il tema del libro gli sia particolarmente caro poiché nel 1974 da magistrato sollevò il tema del segreto di Stato che poi portò a una sentenza della Corte Costituzionale che contribuì a determinare l’emanazione della prima legge sui Servizi nel 1977.

Ha inoltre ricordato di essere stato il relatore della legge di riforma 2007, che cerca appunto di chiarire i rapporti tra intelligence e magistratura, auspicandone una riflessione a distanza di dieci anni. Violante ha quindi spiegato che l’attività di intelligence vada collocata nell’ambito culturale sia per formare quadri nel settore che per inserirla pienamente nel sistema democratico.

Ha concluso dicendo che nell’intelligence c’è bisogno di una cultura specifica, da non confondere con quella di polizia, che riesca a fondere e ad aggiornare costantemente saperi diversi, dalla storia all’informatica, per creare dei «manager dell’informazione» in grado di interpretare il mondo che cambia.

È quindi intervenuto il consigliere di Stato Carlo Mosca che ha collegato l’intelligence con la difesa degli interessi nazionali, precisando la necessità di individuarla come un ambito che opera non «contro» ma «oltre» la legge.

Ragion per cui uno dei meriti della pubblicazione di Caligiuri è quella di cominciare ad affrontare un tema finora quasi per nulla affrontato. Ha quindi definito sia la sicurezza che l’intelligence come un «diritto di libertà», auspicando la diffusione della cultura dell’intelligence poiché risultano ancora rare nel nostro Paese le occasioni per dibattere scientificamente su questo tema fondamentale, che consolida la democrazia.

Ha preso poi la parola il direttore del Centro Studi Americani Paolo Messa che ha ricordato l’importanza della riforma del 2007 poiché ha anche promosso la diffusione della cultura della sicurezza che vede nei media e nelle università gli strumenti più significativi.

Ha inoltre ribadito il particolare ruolo che può avere in tale contesto il servizio pubblico radio-televisivo, che è un luogo di straordinarie opportunità. Ha quindi sottolineato il ruolo delle scuole della magistratura e dell’intelligence che stanno dialogando insieme su un tema comune, che appunto il libro aiuta ad approfondire.

L’editore Florindo Rubbettino ha evidenziato che probabilmente la propria casa editrice più di ogni altra abbia contribuito alla diffusione della cultura dell’intelligence ricordando i vari volumi e collane che hanno visto la luce dal 2002 ad oggi. A tale riguardo ha inteso evidenziare il ruolo di stimolo svolto da Mario Caligiuri, nonché le pubblicazioni di Francesco Cossiga, Giancarlo Elia Valori e della Fondazione Icsas, promossa dall’attuale Ministro dell’Interno Marco Minniti.

Ha infine rilevato come il libro sia riuscito a coniugare il metodo scientifico con la chiarezza della divulgazione. Ha concluso gli interventi il docente della School of Government della Luiss Raffaele Marchetti che ha precisato come il volume presentato affronti il tema centrale della qualità della democrazia. Ha quindi ribadito come la politica sia indispensabile per definire i ruoli sia della magistratura che dell’intelligence.

Ha concluso Mario Caligiuri mettendo in luce come la pubblicazione del volume si inserisca nell’ambito di una profonda trasformazione e percezione dell’intelligence: da luogo inevitabilmente oscuro a strumento indispensabile per contrastare il terrorismo; dalla capacità di prevedere a quella di interpretare l’eccesso di informazioni; da strumento esoterico per pochi a metodo indispensabile per tutti.

Inoltre ha dichiarato come il libro metta insieme fatti notissimi interpretandoli non nella dimensione delle deviazioni e dei complotti, degli scandali e dei misteri ma nell’evoluzione delle dinamiche storiche e politiche e del confronto tra i poteri dello Stato. Ha quindi puntualizzato l’idea di fondo del libro che, dopo aver descritto la «diffidenza reciproca», auspica la «collaborazione necessaria» tra intelligence e magistratura, per contrastare i nemici comuni delle istituzioni rappresentati dal terrorismo e, ancor di più, dalla criminalità organizzata.

Caligiuri ha infatti spiegato che oggi esiste una profonda asimmetria nello scontro tra democrazie da un lato e terrorismo e mafie dall’altro, rilevando sopratutto la differente modalità di selezione delle rispettive élite.


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