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19 novembre 2018

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Primo incontro «Lamezia Terme e il suo comprensorio: una millenaria storia comune»


Si è svolto con successo il primo incontro del convegno «Lamezia Terme e il suo comprensorio: una millenaria storia comune», rassegna sulla storia che ha unito, che unisce e che deve continuare ad unire i paesi del comprensorio lametino.

Ha fatto gli onori di casa lo storico Vincenzo Villella, curatore della rassegna, che ha introdotto l’evento (svoltosi nel seminario vescovile) spiegando «i quattro incontri che sono significativi e hanno un comune intento teso a portare avanti l’unità dei paesi del comprensorio Lametino».

I relatori della serata sono stati Francesco Bevilacqua, Francesco Polopoli, Antonio Macchione, Camillo Trapuzzano e Leopardi Greto Ciriaco coordinati da Gianfranco Manfredi che ha descritto il ciclo di convegni come un ‘affresco’ delineante l’intero territorio lametino con i fatti processuali riguardanti Lamezia e le memorie storiche del passato e del presente tramandate da più parti.

Francesco Bevilacqua, avvocato e naturalista, ha tracciato un dettagliato quadro sulla natura paesaggistica del territorio lametino e del suo comprensorio che parte dalla via Popilia (la zona di Soveria che arriva sino all’area di Carlopoli).

Di seguito il professore Francesco Polopoli, con la sua relazione Corazzo, una via di Damasco nello spirito di Gioacchino da Fiore, dove ha lodato la figura dell’abate, perchè «Si tratta di un personaggio importante citato anche da Dante nella sua Commedia, l’abate Giovacchino di spirito profetico dotato, ma forse, ancora poco omaggiato in Calabria. In realtà l’animo dell’abate ha invece toccato più punti della cultura bruzia, in particolare nell’Abazia di Corazzo».

Antonio Macchione, storico medievalista, è intervenuto sulle vicende culturali comprendenti verità storiche, crisi economiche e malcontenti vari, ma anche i momenti di respiro con Federico II, che «hanno portato alla costruzione dell’abbazia di S. Eufemia, diventato anche presidi di controllo per gli angioini e gli aragonesi. In tempi più recenti l’Abbazia benedettina di S. Eufemia ha ispirato la visita del Papa Benedetto XVI».

Camillo Trapuzzano ha relazionato sulla presenza albanese a Maida e Vena di Maida, asserendo che «si tratta di un fatto peculiare e ampio, ‘da valutare con cautela e da identificare come un fenomeno di ricchezza produttivo-economico nonché strategico».

Ha concluso la pregevole conferenza il professore Leopardi Greto Ciriaco che ha, in sintonia con gli altri relatori, sottolineato l’importanza dei beni presenti nel nostro territorio, «che aspettano tutti di essere rivalutati e valorizzati anche ai fini turistici».

Tutta la serata è stata brillantemente, e con grande competenza, coordinata da Vincenzo Villella, che ha anche portato i saluti del presidente del Comitato gennaio 2018, Basilio Perugini, che ha patrocinato questo importante appuntamento con la storia.

Il prossimo appuntamento con la storia è il 24 novembre presso il Chiostro di San Domenico di Lamezia Terme.


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