“Ciò che è avvenuto in queste ore sull’isola di Stromboli suona tragicamente come la ‘cronaca di un disastro annunciato’. Già dai primissimi giorni successivi al disastroso incendio del maggio scorso, ci siamo attivati per fare sentire la nostra voce alle autorità competenti, per fa si che venissero prese in seria ed urgente considerazione quelle misure idonee ed indifferibili a contenere gli inevitabili danni che la mancanza di vegetazione poteva ulteriormente provocare”. E’ quanto scrive la Presidente della Pro Loco di Stromboli Rosa Oliva dopo il nubifragio di alcuni giorni fa che ha creato numerosi danni sull’isola di Stromboli. In una lettera aperta alla Regione siciliana la pro Loco denuncia: “Il terreno sovrastante l’abitato, prevalentemente sabbioso e nella sua maggiore estensione non coltivato, privo del naturale contenimento dovuto alla vegetazione sarebbe inevitabilmente dilavato a valle, così come è puntualmente avvenuto. Alcuni punti di naturale incanalamento delle acque, in località note a tutti gli isolani non sono stati per nulla messi in sicurezza, né ripuliti dai detriti, ed in questo frangente, anche quella che teoricamente doveva essere una discarica dismessa ha tracimato a valle, verso una nota area balneare rifiuti di ogni sorta”.
“La popolazione non può attendere inerme che ulteriori ondate di fango e detriti concludano l’opera che la mano disavveduta dell’uomo ha posto in essere – dice -Occorre un provvedimento d’urgenza che renda liberi i naturali canali di deflusso, ripristini i sentieri e quelle opere che per secoli hanno reso sicuri i costoni della montagna. Per avere una analogia della gravità della situazione e del notevolissimo danno arrecato all’isola, occorre risalire alla disastrosa eruzione degli anni 30 del 1900 o della diffusione della filossera, che distruggendo i vitigni, piegò l’economia dell’isola generando una drammatica emigrazione della maggior parte della popolazione. L’intera isola, con esclusione delle aree abitate è Riserva naturale orientata. Occorre che i responsabili di questo prezioso ecosistema, gli unici, in quanto gestori dell’aria, che possono e devono intervenire, si facciano parte diligente affinché detto venga quotidianamente tutelato a garanzia della sua conservazione e della incolumità di quanti sull’isola vi abitano, lavorano, tengono il riferimento dei propri affetti e di quanti vengono a trascorrere le vacanze sull’isola”.
E conclude: “Al di là dei provvedimenti dichiarativi di calamità naturale che le Autorità competenti vorranno e dovranno deliberare, rimane la responsabilità di chi deputato a fare e non ha fatto, senza ricorrere ad alibi di sorta, che già sembrano emergere da alcune dichiarazioni. Se poi la Riserva non dispone di personale, sarebbe l’occasione ottimale per formare ed assumere cittadini isolani per poter garantire la manutenzione e il controllo continuativo del territorio, offrendo, tra l’altro opportunità di lavoro. In ogni caso sarebbe auspicabile una migliore interazione tra la dirigenza della riserva e la comunità isolana”.