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3 giugno 2020

News

PSP e SBC: «Abrogare la Legge 62 del 2000. No ai finanziamenti di Stato alle scuole paritarie»


L’esame in Senato del Decreto Legislativo 22/2020, recante misure per la conclusione e avvio anno scolastico e svolgimento esami di Stato è diventato il pretesto per corali rivendicazioni da destra a sinistra degli scranni per distribuire fondi alle scuole paritarie.
Si è iniziato addirittura dall’esame di una pregiudiziale di incostituzionalità difesa dalla senatrice Gallone di FI basata sul fatto che il provvedimento non recava finanziamenti per le scuole paritarie in quanto “elemento portante del sistema di istruzione nazionale”.

Peccato che all’art. 33 la Costituzione reciti a chiare lettere: “La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”. Mai si è visto che si presentasse una mozione pregiudiziale di incostituzionalità contraria al dettato costituzionale!

I manipolatori della Costituzione sostengono che la scuola paritaria sia un servizio pubblico e che va finanziato direttamente con le tasse dei cittadini o indirettamente con lo sgravio delle rette.

Si appigliano alle provvidenze della legge 62/2000 per far diventare il sistema scolastico nazionale un sistema integrato come la sanità, nonostante la Costituzione stessa, sempre all’articolo 33 riporti: “La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.”

Vale a dire lo Stato provvede a dotare tutti i territori di scuole statali di ogni ordine e grado, senza basarsi sulla presenza di eventuali scuole paritarie a integrazione.

Gli stessi parlamentari di destra e sinistra hanno presentato una serie di emendamenti al decreto scuola che avrebbero affossato la scuola statale, caricandola degli effetti di contenziosi persi, di altri contenziosi che ne sarebbero scaturiti e altre iniziative atte a distruggere la qualità dell’offerta pubblica.

Il 28 maggio la Senatrice Granato del Movimento 5 Stelle, in dichiarazione di voto, ha smascherato pubblicamente il vergognoso intento collettivo di affossare la scuola statale per trasformare il sistema scolastico nazionale in un sistema integrato e quei parlamentari che utilizzano il consesso istituzionale dove dovrebbero esercitare il loro ruolo con disciplina e onore come un servizio a domanda individuale ai danni della scuola statale pensando solo ad accrescere propri consensi, forti anche dell’appoggio della CEI che ha grossi interessi nel settore delle paritarie.

Le motivazioni del sostegno alle scuole paritarie sono che la concorrenza farebbe bene al sistema scolastico, che la libertà di scelta educativa andrebbe tutelata, che le paritarie sarebbero scuole pubbliche.

Tutte argomentazioni che non giustificano minimamente lo storno di soldi dalla scuola statale per devolverli alla scuola paritaria, tranne che per il sistema 0-6 , che oggi è integrato per scelte politiche dei precedenti governi. Resta il fatto sotto gli occhi di tutti che molte scuole paritarie specie al sud sono in realtà dei parcheggi e dei diplomifici, le lezioni non si svolgono regolarmente, ma anche la frequenza avviene in modo fittizio, i loro docenti spesso non vengono retribuiti e vengono solo versati loro i contributi , perciò si piegano a lavorarvi solo per beneficiare del punteggio.

Il Ministero non può esercitare un rigoroso controllo sul loro operato, non avendo ispettori sufficienti nemmeno per le scuole statali. Eppure queste scuole emettono titoli di studio validi.

Oggi per mantenere in piedi questo servizio parallelo lo stato dovrebbe sborsare un bel po’ di soldi per implementare l’organico dei dirigenti tecnici preposti ai controlli. Altro che principio di economicità.

Chi vuole mandare il proprio figlio alla scuola paritaria è democraticamente libero di farlo, ma è giusto, in ossequio al dettato costituzionale, che paghi la retta senza alcun ulteriore onere per lo Stato.
Partigiani della scuola pubblica e Scuola Bene Comune chiedono che venga abrogata la legge 62 del 2000, voluta da Luigi Berlinguer e che parificò le scuole private.


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