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23 novembre 2016

News

Quando indichi la luna e gli altri guardano il dito


E’ di ieri la notizia che dal 12 dicembre la coppia di Frecciargento di Trenitalia che collega Reggio Calabria alla Capitale impiegherà nella tratta da Reggio a Roma 23 minuti in meno e da Roma a Reggio 30 in meno dell’attuale percorrenza.

La «rivoluzione» con la quale si abbatte la percorrenza, a costo zero e senza nessuna novità né sul materiale rotabile né su interventi sulla linea, è che i due Frecciargento non passeranno per Napoli centrale. Qualcuno direbbe la scoperta dell’acqua calda.

Penso invece che bisogna dare atto al prof. Russo ed al presidente Oliverio di essere riusciti in una cosa che, qualcuno lo aveva posto qualche anno fa, oggi diventa realtà, anche se non provocherà nessuna «rivoluzione» nella vita delle persone.

La cosa che a me lascia perplesso è il battage che si sta facendo sui social da parte di dirigenti, deputati e consiglieri regionali, oltre ai soliti megafoni del Pd, che volendo avrebbero potuto e, dico io, dovuto da tempo imporre questa soluzione al management di Trenitalia.

Per prima cosa i tempi della notizia. Non è che le esigenze referendarie siano alla base di questo lancio pubblicitario? A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca. Lo dico non per fare polemica né tanto meno strumentalizzare un fatto in sé importante, che purtroppo per i calabresi non incide sul sistema della mobilità regionale che a due anni di governo Oliverio vede due «grandi» novità nel settore dei trasporti e cioè il biglietto integrato Fs-Multiservizi nella stazione di Lamezia e l’attestamento di alcuni servizi extraurbani nell’aeroporto.

La Calabria, cari Oliverio, Russo e Musmanno ha ben altre esigenze che pesano sui bilanci familiatri, sulla qualità della vita dei lavoratori degli studenti e di tutte quelle persone che vorrebbero utilizzare i mezzi pubblici ma sono costretti, loro malgrado, per la mancanza di un sistema di trasporto adeguato alle esigenze di mobilità di una regione come la Calabria, ad affrontare un’avventura al giorno.

Una regione che, anche per mancanza di collegamenti vive una realtà campanilistica che non ha eguali come se i cinque capoluoghi fossero cinque repubbliche autonome. In questo caso, come in una filiera, l’appartenere allo stesso partito e condividere la scelta di sostenere il sì al referendum in modo univoco da Renzi passando per Delrio ed arrivando ad Oliverio ed a tutta la giunta regionale ha consentito questo risultato «rivoluzionario».

Questo risultato e il battage pubblicitario però diventa ancora più stridente se uno si sofferma a guardare qual è il servizio ferroviario offerto da Trenitalia e pagato dalla Regione.

La situazione nella quale si innesta questo risultato è che in confronto al fatto che dal 12 dicembre si raggiunge Roma da Paola in tre ore, da Paola per raggiungere Catanzaro, sempre se ci sono i treni, ci si impiega due ore, come per andare da Reggio a Catanzaro ci si impiega in media due ore e mezza e altrettanto da Sibari a Catanzaro.

Ecco non volendo sminuire il risultato ottenuto, anche perché non potrei essere tacciato di essere contro questa amministrazione regionale che ho contribuito, con tempo e danaro, a far trionfare a novembre del 2014 ed ad Oliverio a fargli vincere la battaglia contro Renzi e tutto il gruppo dirigente nazionale e in gran parte regionale nelle primarie.

In quella campagna elettorale ho dovuto anche sorbirmi le contumelie di qualche «alto dirigente regionale del Pd» che mi accusava di essere compagno di merenda dell’assessore De Gaetano che insieme ad Oliverio avevamo portato in giro nei treni e nelle stazioni ferroviarie.

Ecco caro Oliverio ti rimangono tre anni di governo: non so se sono pochi o tanti, due sono già passati ed ancora siamo alle linee guida del Piano regionale dei trasporti.

Piano nel quale deve essere specificato, non solo e non tanto che farete l’alta velocità da Salerno a Reggio, il ponte sullo Stretto, l’aeroporto della Sibaritide, eccetera, ma deve essere normato e attuato un sistema di trasporto regionale che faccia diventare questa regione una terra normale e non faccia pentire quelle migliaia di persone che hanno votato te in quanto politico e non solo come uomo, ma anche perché alternativo alla filosofia renziana. Questi due anni a me fanno pensare il contrario.
Antonio Tarantino
Ex dirigente sindacale settore trasporti


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