Il premier Matteo Renzi e il ministro del Lavoro Giuliano Poletti
18 giugno 2016
Il premier Matteo Renzi e il ministro del Lavoro Giuliano Poletti

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Rapporto Fondazione Di Vittorio. Finito l’effetto degli incentivi, il lavoro precario e instabile resta la forma prevalente di accesso al lavoro


Calano in modo rilevante i nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato, mentre restano stabili le assunzioni a termine che rappresentano ormai più dei 2/3 dei nuovi rapporti di lavoro, ed è boom di voucher (+154% rispetto al primo quadrimestre 2014).

Il lavoro precario e instabile resta, dunque, sempre più la forma assolutamente prevalente di accesso al lavoro. E il fatto che le nuove attivazioni a tempo indeterminato siano inferiori non solo al 2015 ma anche al 2014 dimostra in maniera evidente che il vero elemento che ha mosso le aziende è stato quello degli incentivi.

E’ quanto emerge da un rapporto della Fondazione Di Vittorio che si pone l’obiettivo di dare una lettura ragionata dei dati Inps sulle assunzioni relative al primo quadrimestre 2016.

«Tra i lavoratori dipendenti del settore privato (esclusi domestici e agricoli)», si legge nel rapporto «i nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato nel primo quadrimestre 2016 sono stati 432 mila; inferiori non solo a quelli dello stesso periodo del 2015 (666 mila) ma addirittura al 1° quadrimestre del 2014 (483 mila)».

«Le assunzioni a termine, restano invece stabili, pari a circa 1,1 milioni, e rappresentano il 69% dei nuovi rapporti di lavoro. Se si prende poi a riferimento anche l’andamento dei voucher (+43% rispetto al 1°quadrimestre 2015 e addirittura +154% rispetto allo stesso periodo del 2014) non si può non notare che il lavoro precario e instabile resta la forma assolutamente prevalente di accesso al lavoro».

«Anche le trasformazioni in tempo indeterminato (107 mila)», sottolinea la fondazione della Cgil «sono in calo sia rispetto al 1° quadrimestre 2015 (‑58 mila) che al corrispondente periodo del 2014 (‑28 mila). La variazione netta del tempo indeterminato nel 1° quadrimestre 2016 è pari a +73 mila unità, contro +329 mila del 1° quadrimestre 2015 e le +108 mila dello stesso periodo del 2014».

Dal rapporto emerge, inoltre, che prosegue l’invecchiamento dell’occupazione: «Nel primo quadrimestre 2016 sono stati instaurati 9 7mila nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato fino a 29 anni di età, contro 207 mila dai 40 anni in su (di cui 90 mila sopra i 49 anni)».

«Per quanto riguarda invece le retribuzioni», sottolinea la FDV Cgil «nel 1° quadrimestre del 2015 sia quelle delle assunzioni che delle trasformazioni a tempo indeterminato sono risultate più basse rispetto a quelle del primo quadrimestre 2014 (-0,9% per le assunzioni a tempo indeterminato, -1,6% per le trasformazioni dei contratti a termine). L’esonero contributivo è stato quindi utilizzato per assumere in livelli di inquadramento mediamente inferiori a quelli dell’anno precedente. Nel primo quadrimestre 2016 invece, si ritorna alla norma per quanto riguarda i livelli di inquadramento».


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