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19 luglio 2017

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Rapporto sul turismo 2017: l’Italia a doppia velocità, Sud ha fattori più attraenti ma Nord registra più presenze


Il Bel Paese vanta certamente una consolidata esperienza nel settore dei viaggi e delle vacanze e il turismo vi svolge un ruolo economico e occupazionale importante ma, nonostante questo, esso non rappresenta al momento un fattore di sviluppo per il territorio nazionale nella sua interezza.

Questo, in sintesi, il dato più importante rilevato dal Rapporto sul turismo 2017, il booklet curato dal Centro Studi Touring, nel quale si fa il punto sul turismo nel mondo e in Italia con un focus sulle tendenze nel nostro Paese.

Purtroppo, le regioni del Centro-Nord e quelle del Sud procedono ancora a doppia velocità: una realtà paradossale visto che gli attrattori più conosciuti all’estero, aspetti climatici, paesaggio, patrimonio storico-artistico ed enogastronomico, sono un quadro efficace del Meridione.

Le diversità, anno dopo anno, non paiono attenuarsi: se si guarda alle presenze, per esempio, il Veneto è, con oltre 63 milioni, la regione più turistica d’Italia, con dati tre volte superiori a quelli della Campania (19 milioni) e ben quattro volte a quelli della Sicilia (15).

Su un flusso annuale di circa 393 milioni di presenze che si registrano nel Paese, solo il 19 per cento ha come destinazione una regione del Sud, quota che diminuisce al 14% se si considera in particolare il turismo estero.

La spesa incoming è un indicatore altrettanto importante per comprendere il differente livello di sviluppo del settore viaggi e vacanze nelle regioni: al primo posto si conferma il Lazio (6,4 miliardi di euro lasciati dagli stranieri sui quasi 36 miliardi complessivi in Italia nel 2015), segue la Lombardia (6,1) e, più a distanza, Veneto (5,2) e Toscana (4,1).

La prima regione del Sud – quinta – è la Campania con 1,8 miliardi di euro. Il Meridione, tutto insieme, attrae appena 5 miliardi, sostanzialmente quanto fa da solo il Veneto.

Altro tema, che interessa molte aree del Sud, è quello della stagionalità: se a livello medio italiano, la metà delle presenze totali si registra nel trimestre estivo (giugno-agosto), in molte regioni supera il 60 per cento (Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo, Puglia, Basilicata e Sardegna) e nel caso della Calabria arriva a quasi il 72 per cento.

Un elemento unisce infine la maggior parte delle regioni: la dipendenza dal mondo di lingua tedesca. In 14 casi la Germania è il primo mercato incoming, in altri 5 costituisce il secondo o il terzo mentre solo nel Lazio e in Valle d’Aosta non è presente tra i primi tre.


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