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7 agosto 2020

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Reggio Calabria è il Comune d’Italia dove una famiglia media paga più tasse e ha meno servizi. Aumenta divario tra Nord e Sud: spesa pubblica per la Calabria -3,2 per cento, sale del 1,6 al Nord


“Reggio Calabria è il comune d’Italia dove una famiglia media è costretta a pagare più tasse: l’ammontare complessivo di Irpef, Tasi, bollo auto, Tari e addizionali comunali e regionali all’Irpef obbliga una famiglia media del Comune calabrese a pagare 7.684 euro di tasse annue. Al comune di Reggio Calabria seguono quello di Napoli (7.658 euro l’anno) e quello di Salerno (7.648 euro l’anno).

Le città italiane le cui famiglie, invece, pagano meno tasse si trovano soprattutto al Nord-Est. Nel 2017 (ultimo dato disponibile) si rileva l’imposizione di una riduzione della spesa pubblica media concessa al Mezzogiorno dello 0,8%; una diminuzione che in Calabria è del 3,2%, a fronte invece di un aumento dell’1,6% di spesa pubblica elargita al Centro-Nord. Così, se la differenza di spesa fra Centro-Nord e Mezzogiorno, nel 2017, sale a 3.358 euro pro capite, quella tra Centro-Nord e Calabria giunge addirittura ad assumere il valore di 3.821 euro”. È il quadro tracciato dall’analisi dell’Eurispes con un focus sulla condizione della Calabria e sulle politiche economiche adottate negli ultimi anni dallo Stato.

“La stessa Commissione Bicamerale per l’Attuazione del Federalismo Fiscale – spiega l’Eurispes – ha dovuto constatare l’esistenza di una situazione diametralmente opposta rispetto allo stereotipo che vedrebbe “viaggiare” dal Mezzogiorno al Nord un immane flusso di denaro. Tuttavia, nulla è stato fatto per garantire un livello minimo di risorse essenziali (LEP) in tutt’Italia, secondo quanto previsto dallo stesso federalismo”.

Per l’Istituto di ricerca, “emblematico è il confronto fra le due Reggio: Reggio Emilia e Reggio Calabria, dove alla prima, che ha già molti più servizi, è riconosciuto un fabbisogno standard di 139 milioni d’euro, mentre a Reggio Calabria, con meno servizi, di 104 milioni. Vale a dire, 35 milioni in meno, nonostante la stessa abbia 9mila abitanti in più (la prima ne ha 171mila e la seconda 180mila)”.

Per quanto riguarda la spesa per la cultura, annota l’Eurispes, “a Reggio Emilia sono riconosciuti 21 milioni di euro e a Reggio Calabria solo 4”, mentre “per l’istruzione, alla prima sono concessi 28 milioni e alla seconda 9”. E ancora, riguardo all’edilizia abitativa, “alla prima delle due città sono elargiti 54 milioni e alla seconda 8 appena”, mentre “per le politiche sociali (disabili inclusi), a Reggio Emilia sono riconosciuti circa 40 milioni e a Reggio Calabria 17”.

L’Istituto di ricerca degli italiani, poi, evidenzia che a Reggio Emilia “vi sono poi 60 asili pubblici” e a Reggio Calabria “solo 3, peraltro realizzati e mantenuti non da finanziamenti dello Stato ma comunitari. E in particolare, per gli asili nido, Reggio Calabria riceve 59 euro pro capite l’anno, mentre Reggio Emilia 2.400 euro pro capite (contribuendo, peraltro, come evidenziato dalla Svimez, all’aumento della disoccupazione femminile, al Sud del 20%: più che doppia rispetto al Centro-Nord e quasi tripla rispetto alla media europea)”.

Per quanto riguarda la spesa sociale, sottolinea ancora l’Eurispes, nel periodo 2000-2017, “l’analisi dei dati del Sistema Conti Pubblici Territoriali evidenzia un forte fattore di sistematica discriminazione del Sud. I valori di spesa pro capite infatti per la Calabria (circa 3.795 euro pro capite) ricalcano essenzialmente quelli del Mezzogiorno (3.859 euro) che rimangono costantemente e decisamente più bassi rispetto a quelli del Centro-Nord (5.438 euro)”.

Inoltre, “i dati sulla spesa pubblica effettuata dallo Stato nel settore della sanità, sempre nel periodo 2000-2017, indicano che ogni cittadino calabrese ha ricevuto in media 280 euro l’anno in meno rispetto a ciascun suo concittadino del Centro-Nord e in particolare 501 euro l’anno in meno di un lombardo”, e anche “per quel che riguarda la spesa nel settore dell’Amministrazione pubblica, la Calabria (1.166 euro) presenta una spesa pro capite costantemente inferiore sia a quella del Centro-Nord (1.723) sia a quella media del Mezzogiorno (1.263)”.

Nel complesso, l’Eurispes rileva “anche un lento ma progressivo e sensibile allargamento della divaricazione negli anni fra la spesa della Calabria (e del Mezzogiorno in genere) e quella del Centro-Nord, a vantaggio chiaramente di quest’ultimo. E questo è vero osservando gli andamenti della spesa pubblica effettuata nell’ambito dell’Energia (con una spesa pro capite pari a 930 euro in Calabria contro 1.384 del Centro Nord), dell’Industria e Artigianato (42 euro in Calabria e 419 al Centro-Nord), del Commercio (13 euro calabresi contro i 30 del Centro-Nord)”. (ADNKRONOS)


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