Renzi-Calenda, 'divorzio' sotto l'ombrellone con il nodo Gruppi
3 agosto 2023

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Renzi-Calenda, ‘divorzio’ sotto l’ombrellone con il nodo Gruppi


“‘Tutto il resto è noia’. Avanti Azione”. Sui social, Carlo Calenda elenca le priorità e “le cose di cui vogliamo parlare nei prossimi mesi” e sembra fare un altro passo spalle a Italia viva e Matteo Renzi. Gli ex sodali del Terzo polo, si sa, in Parlamento ormai sono ai titoli di coda. L’ultima cosa che avevano in comune, i gruppi di Camera e Senato, traballano tra le polemiche dei leader e i botta e risposta non proprio da compagni di banco (l’ultimo via social tra Matteo Richetti e Ivan Scalfarotto).

“Nei prossimi giorni”, sempre a leggere la timeline di Calenda, dovrebbe essere presa una decisione. Ma al momento di passaggi ufficiali non sembra esserci traccia. La voce di una assemblea da tenere in queste ore viene smentita dai due partiti. “Di sicuro c’è che Matteo è stufo. Calenda ha lanciato il sasso e ora prende tempo per non finire nel misto”, spiegano fonti vicine a Renzi. “Carlo ha sfasciato tutto”, lamenta la senatrice e coordinatrice di Iv Raffaella Paita.

Uno ‘showdown’ era atteso per il week end ma, posto che sull’esito della vicenda ormai i dubbi sono pochi, la questione potrebbe anche andare un po’ più per le lunghe. “Lo scioglimento dei Gruppi ci sarà, ma a Camere chiuse. Per poi avviare la pratica alla ripresa, a settembre”, assicura un deputato iscritto al gruppo Iv-Azione. La soluzione, che circola anche in ambienti renziani, può essere quella di una “separazione consensuale”. Una “separazione politica”, viene anche definita da una parlamentare.

A parte una certa freddezza che serpeggia tra alcuni parlamentari di Iv-Azione sul divorzio (oggi Luigi Marattin e Enrico Costa hanno annunciato un tour insieme in Italia da settembre “per parlare di Fisco e Giustizia”), la questione al centro delle discussioni di deputati e senatori è quella legata al futuro in Parlamento di Italia viva e di Azione. A Montecitorio i problemi sono minori. Salvo cambiamenti, i deputati di Calenda sono 11 e quelli di Renzi 10. Con una deroga alla soglia di 20 componenti (il nuovo regolamento che abbassa a 14 il limite entra in vigore la prossima legislatura) si possono fare due Gruppi autonomi. E’ già successo con Noi moderati e Avs.

Una deroga servirà anche per il simbolo, comune alle ultime elezioni. Il logo di ‘Renew Europe’, utile in chiave elezioni europee, può essere anche usato in condominio. C’è un precedente anche qui: +Europa, con Emma Bonino e Bruno Tabacci che dopo le urne insieme hanno poi preso vie diverse. Al Senato cambia tutto. Italia viva avrebbe i sei componenti necessari a fare gruppo. Per Calenda, fermo a quattro senatori, si aprirebbe la via del Misto, dove si può formare una componente, salvo una campagna acquisti estiva sempre possibile.

La questione è politica ma anche pratica. Proprio in questi giorni la Camera ha approvato il bilancio interno: nella scorsa legislatura il gruppo di Italia viva ha ottenuto come contributi dalla Camera poco più di 1 milione di euro. Si tratta solo di un esempio, perché i contributi sono legati alla consistenza dei Gruppi e Iv nella scorsa legislatura contava su 32 deputati. Ma fa capire che la costituzione di un Gruppo comporta la possibilità di avere soldi, spazi, personale e tutto il necessario logistico per l’attività politica.


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