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5 marzo 2018

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Renzi: «E’ ovvio che io lasci la guida del Partito democratico. Ora opposizione, non cederemo mai all’estremismo»


In una affollata sala stampa presso la sede del Partito Democratico, Matteo Renzi ha commentato così la sconfitta elettorale.

«Chi è intellettualmente onesto deve ammettere che questa situazione di ingovernabilità è figlia del voto referendario. In campagna elettorale, tra le tante bugie che si sono dette, la più grande è che nessuno farà accordi: ci facciano vedere come manterranno questa promessa.

«Abbiamo sbagliato a non votare in una delle due finestre del 2017, se fossimo riusciti a votare in uno di quei due passaggi, l’agenda politica sarebbe stata centrata sull’appartenenza europea, come è successo in Olanda e in Francia. Se a questo si somma l’evidenza di un vento estremista che nel 2014 siamo riusciti a fermare e questa volta no, comprendiamo come il risultato sia stato del tutto deludente.

«E’ ovvio che io lasci la guida del Partito Democratico e ho chiesto al presidente Matteo Orfini di convocare l’Assemblea nazionale per indire il nuovo congresso. Questo succederà alla fine dell’insediamento del nuovo Parlamento e del nuovo governo. Perché?

«Primo: dobbiamo discutere di quello che è successo e fare un congresso vero, con le primarie. Non un reggente scelto con il caminetto, un segretario eletto con le primarie.

«Secondo: mi sento garante di un impegno morale, politico e culturale. In campagna elettorale abbiamo detto ‘mai con gli estremisti’ e dobbiamo mantenere questo impegno. Ci sono tre elementi che ci separano da Salvini e Di Maio: il loro anti-europeismo, la loro anti-politica, la loro modalità di fare politica attraverso l’odio e l’insulto. I cittadini ci hanno chiesto di stare all’opposizione e lì staremo.

«Che cosa farò io? Ho ricevuto migliaia di email che non mi aspettavo. Non c’è nessuna fuga, terminata la fase dell’insediamento del Parlamento, farò una cosa che mi affascina: il senatore semplice. E sono molto orgoglioso del risultato ottenuto nel mio collegio. Nel 2018, quattordici anni dopo la prima volta, mi sono ripresentato davanti ai fiorentini ed è impressionante il fatto che chi mi conosce abbia deciso di darmi ancora la propria fiducia.

«Si riparte dal basso, una cosa che deve fare tutto il Pd. Ripartiamo con l’orgoglio di dire che dopo cinque anni di governo abbiamo fatto bene. I risultati economici parlano per noi, riconsegniamo una casa in condizioni molto migliori di quando l’abbiamo presa.

«Ci auguriamo che chi verrà dopo di noi farà anche meglio di noi. Faremo opposizione seria ma non cederemo mai alla cultura dell’odio. Società aperta contro società chiusa, realtà contro fake news, coraggio contro paura, lavoro contro sussidi, giustizia fiscale contro tasse piatte talmente improponibili da essere già scomparse, cultura contro giustizia fai da te e uso delle armi.

«Diremo sì a tutto ciò che serve al Paese. Diremo tre no, che devono essere chiari: no inciuci, no ai caminetti ristretti di chi immagina il Pd come luogo di confronto solo tra gruppi dirigenti, no a ogni forma di estremismo.

«E’ stata una campagna finita male ma che ha avuto tanti momenti belli di confronto. Ora chi ha la forza per governare se ne è capace lo faccia, noi faremo il tifo per l’Italia, con la responsabilità di saper dire dei sì e anche dei no molto chiari».
(Fonte: www.democratica.com)


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