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14 febbraio 2017

News

Rispettare le regole. La politica dia l’esempio


«Vi sono delle regole che governano la nostra convivenza e i buoni cittadini le rispettano. Le regole sono fatte per consentire a tutti di svolgere in maniera ordinata la propria attività e vanno rispettate».

Con queste parole, pronunciate lunedì 13 febbraio, il Presidente della Repubblica si è rivolto ad un gruppo di studenti delle scuole primarie. In sintesi si è voluto ribadire il concetto che un buon cittadino è colui il quale rispetta le regole.

Prendiamo spunto da questo monito di Sergio Mattarella per condividere e sottolineare una volta di più che non solo il rispetto delle regole è il pilastro fondativo di ogni consorzio civile, ma che nella categoria del «buon cittadino» rientrano anche quanti sono dediti all’amministrazione della cosa pubblica, e fra questi soprattutto coloro che sono occupati nella politica.

L’annotazione non è sarcastica, e non ci riferiamo alle ruberie di cui troppo spesso veniamo a conoscenza, bensì al mancato rispetto delle regole, ivi comprese quelle concernenti il funzionamento delle istituzioni e il relativo rispetto di ruoli, mansioni e funzioni tipiche di ogni figura e di ogni territorio.

E così arriviamo al dunque: come si può invocare il rispetto delle regole, come giustamente fa il Presidente della Repubblica rivolgendosi agli studenti, quando poi politicanti e politicucci giocano a chi urla di più per rivendicare qualcosa che torna utile solo al loro particolarismo mentre calpesta i principi fondamentali delle strutture istituzionali?

Giusto per fare un esempio assai concreto e pertinente, è normale che un ente o un ufficio spettante per legge o per prassi consolidata ai capoluoghi di regione venga invece rivendicato con prepotenza da altri e, per l’appunto, eludendo le regole che ne identificano l’ubicazione in ordine alle funzioni di ogni specifico territorio?

Il caso che riguarda Catanzaro è emblematico, giacché non solo in passato molti uffici sono stati vergognosamente sottratti al capoluogo di regione, ma tuttora questo sciocco passatempo della politica politicante che disattende ogni regola è assai in voga.

E la questione del Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria è solamente l’ultimo caso in ordine di apparizione. E nemmeno il più importante!

A ragion veduta, crediamo allora che il monito di Mattarella dovrebbe essere rivolto prima di tutto alla classe politica, la quale, dal più piccolo dei consiglieri comunali al più grande dei ministri, per ben governare dovrebbe capire e studiare cosa significhi pienamente il concetto di «rispetto delle regole».
Movimento Civico Indipendente «Catanzaronelcuore»


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