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22 maggio 2024

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Rita da Cascia, la storia della Santa delle rose, delle spine e dei casi impossibili. Il culto a Lamezia Terme


Oggi 22 maggio la Chiesa cattolica celebra Santa Rita, la santa dei casi impossibili.
Santa Rita nacque a Roccaporena (Cascia) intorno al 1380. Secondo la tradizione era figlia unica e fin dall’adolescenza desiderò consacrarsi a Dio ma fu data in sposa ad un uomo violento. Dopo l’assassinio del marito e la morte dei due figli, soffrì molto per l’odio dei parenti che, con fortezza cristiana, riuscì a riappacificare.

Vedova e sola, fu accolta nel monastero agostiniano di Santa Maria Maddalena in Cascia. Visse per quarant’anni anni nell’umiltà e nella carità, nella preghiera e nella penitenza. Negli ultimi quindici anni della sua vita, portò sulla fronte il segno della sua profonda unione con Gesù crocifisso. Morì il 22 maggio 1457. Invocata come taumaturga di grazie, il suo corpo si venera nel santuario di Cascia, meta di continui pellegrinaggi.

Si dice che Santa Rita abbia compiuto almeno altri 5 prodigi prima di morire: quello della vite, che nacque prodigiosamente all’interno del luogo di culto e ancora oggi esiste; quello della spina, cioè le stigmate della corona di Cristo sulla fronte, che portò negli ultimi 15 anni della sua vita con l’eccezione del viaggio a Roma per la canonizzazione di San Nicola, periodo in cui la spina scomparve per poi riapparire al ritorno a Cascia; infine poco prima di morire chiese ad una sua cugina di portarle una rosa e due fichi dalla casa paterna. Nonostante fosse inverno i frutti c’erano e la cugina glieli portò.

Da quel momento la rosa divenne il simbolo ritiano per eccellenza: un’esile ed umile donna riuscita a fiorire nonostante le spine che la vita le aveva riservato, donando il buon profumo di Cristo e sciogliendo il gelido inverno dei cuori.

Il giorno della morte le campane suonarono da sole e venne avvistato uno sciame di api nere nel convento, api che ancor oggi in quel luogo hanno i nidi vicino all’albero di vite.

Il primo miracolo da defunta avvenne al momento di celebrare le sue esequie quando un falegname, Cicco Barbari, invalido alle mani, vedendo la salma di Rita, espresse il desiderio di costruire la cassa. Il falegname guarì immediatamente e le suore lo incaricarono della costruzione della “cassa umile”.

Si dice che ogni volta che Rita intercede per un miracolo, il suo corpo, conservato all’interno della Basilica di Santa Rita da Cascia, emani profumo di rosa. Per la gran quantità di miracoli che da sempre le vengono attribuiti, nella fede popolare viene chiamata anche, oltre Santa della Rosa e Santa della Spina, Santa degli Impossibili.

Il culto di Santa Rita è diffuso in tutta l’Italia e anche in Calabria. In particolare viene venerata a Lamezia Terme nell’antica chiesa del Seicento di Santa Maria Maggiore, ex convento dei Francescani Riformati, comunemente chiamata di San Francesco.

Il culto per la Santa degli Impossibili richiama da sempre fedeli da tutte le parrocchie della diocesi e anche dai comuni vicini che si recano nella chiesa, incastonata nel centro storico di Lamezia Terme-Nicastro, a pregare e invocare grazie spesso vestendo, sia donne che bambine, gli abiti monacali.

La santa di Roccaporena viene festeggiata con un ricco calendario di liturgie, momenti di preghiera, giornate dedicate ai sofferenti, alle famiglie, ai bambini e tanto altro ancora, che culminano con la processione per le vie del quartiere della bella effige lignea della Santa.

Particolarmente suggestiva è la giornata del 22 in cui tutti coloro che si recano a Santa Maria Maggiore portano le rose per la benedizione: la chiesa con la sua bella scalinata diviene così un tripudio di profumi e di colori in onore di Santa Rita.
N.A. (già pubblicato il 22 maggio 2018 su Reportage)


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