Ci preoccupa enormemente il grido di allarme lanciato dall’Arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, mons. Vincenzo Bertolone, in merito alla malaugurata eventualità di lungaggini per l’esecuzione dei lavori di messa in sicurezza e di restauro della Chiesa Cattedrale di Catanzaro, che oltre ad essere il simbolo religioso e storico del capoluogo calabrese e di una comunità di centinaia di migliaia di fedeli, è un bene culturale millenario, patrimonio di tutti i calabresi.

A dire il vero, ripercorrendo le varie fasi che stanno caratterizzando questa vicenda, che ha già fatto registrare precedenti accorati appelli dell’Arcivescovo Bertolone, i tempi sembrano già abbastanza dilatati rispetto alle promesse e agli impegni presi dal presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio, ma, soprattutto, rispetto alla necessità di arginare urgentemente il lento e inesorabile processo di deterioramento strutturale che sta interessando il Duomo di Catanzaro.

Ricordiamo, infatti, le sue rassicurazioni affidate alla stampa quasi un anno fa, quando non solo lui si attivò in prima persona, ma anche «il vicepresidente Viscomi e tutta la giunta regionale, per reperire le risorse attraverso i Dipartimenti regionali dei Beni Culturali e della Programmazione, e contestualmente per richiedere attenzione e collaborazione particolare al Segretariato regionale del Mibact» (il virgolettato si riferisce a un comunicato della Giunta regionale del 15 marzo 2017).

Parole chiare, nette, che avrebbero dovuto mettere la parola fine ad ogni apprensione per le sorti dell’importante edificio religioso, tanto più che nel luglio dello scorso anno lo stesso Oliverio ha diffuso un ulteriore comunicato con il quale precisava: che il finanziamento ammontava a 2.600.000 euro; che grazie alle interlocuzioni con il Mibact era già stato redatto il progetto preliminare d’intesa con la Curia arcivescovile e con il Segretariato regionale dei Beni Culturali; che era già stato assunto il decreto per la stipula della convenzione e per l’accredito della prima anticipazione di 780.000 euro.

Dove si è inceppato, allora, il processo burocratico-amministrativo, considerato che ancora in questi giorni si alza forte la voce dell’Arcivescovo Bertolone per denunciare ritardi e inadempienze?

Se i proclami di Oliverio non sono stati pronunciati in politichese (il linguaggio col quale spesso ciò che si dice non corrisponde a quello che si pensa e, soprattutto, a quello che si ha intenzione di fare) dobbiamo dedurre che le resistenze e le inerzie dipendano dal Segretario regionale per la Calabria del Mibact, dott. Salvatore Patamia, in testa al quale ricadono incombenze fondamentali, quali la stipula della convenzione con l’Università della Calabria per l’esecuzione dell’indagine strutturale sulla chiesa cattedrale e, in una seconda fase, l’indizione della gara di appalto per l’assegnazione dei lavori; oppure dalla Facoltà di Ingegneria dell’Università della Calabria, che, evidentemente, non è nelle condizioni di assicurare le prestazioni tecniche con la celerità che il caso richiede, alla quale potrebbero subentrare le Facoltà di Ingegneria e di Architettura dell’Università «Mediterranea» di Reggio Calabria; oppure il tutto potrebbe dipendere da entrambe le istituzioni.

Tutto ciò, dunque, rende urgente la manifestazione di trasparenza rispetto alle procedure adottate. Procedure che non conosciamo e perciò non sappiamo con quale modalità sia stato affidato l’incarico.

Ci uniamo, pertanto, alle giuste e fondate sollecitazioni dell’Arcivescovo Bertolone e, auspicando che la vicenda dei lavori di ristrutturazione della nostra Cattedrale non entri nel tritacarne della campagna elettorale, sollecitiamo chiunque ne abbia la competenza, di intervenire per accelerare l’iter di avvio dei lavori.
Associazione culturale «Petrusinu Ogni Minestra»