gazzetta-del-sud-14-6-88
12 maggio 2021

Reportage BLOG

ROVISTANDO NEI CASSETTI di Fiore Isabella: «UN PONTE DI CONGIUNZIONE TRA PASSATO E PRESENTE»


Questa volta non è stata la generica curiosità del maestro in quiescenza a indurmi a  rovistare un po’ a “casaccio” nel  cassetto della memoria. Mi ha spinto una notizia divulgata da un giornale locale, riguardante l’inaugurazione di una nuova scuola nella località “Passo Ceraso” del Comune di Conflenti; un luogo che spesso attraverso quando mi reco nel paese di mia madre che ospita la Chiesa della Madonna di Visora e dove si producono grispelle e bocconotti di pregevole fattura. Una cinquantina di bambini, rimossi dagli storici edifici  adiacenti alle loro case ( forse da risanare e non certo da  abbandonare)  condotti in un nuovo edificio edificato di recente in un’area percorribile a fatica  con strade dissestate sia in accesso al centro urbano che in uscita verso San Mazzeo.

Anche a San Mazzeo esiste già una struttura  consolidata, che necessita di qualche intervento di risanamento e non di essere rottamata. Ho cercato di comprendere la logica che ha indotto l’amministrazione Comunale all’edificazione di un nuovo edificio scolastico in  una landa desolata, a mio avviso più votata ad ospitare qualche baita per il turismo estivo che non una  sede scolastica. Rovistando tra i ritagli dei miei vecchi giornali ho trovato la Gazzetta del Sud di martedì 14 Giugno 1988 , con un articolo, a pagina 5, firmato da Ugo Caravia dal titolo: “Lamezia, con i poli scolastici migliore qualità dello studio” e nell’occhiello “L’ipotesi è del consigliere comunale Isabella (PCI)”.

Ho riletto con una vena di comprensibile rimpianto quell’articolo, sicuro di trovare  le ragioni che, oggi, 33 anni dopo, hanno determinato la scelta di far confluire gli alunni del centro di Conflenti e delle varie periferie in una struttura accessibile, in totale sicurezza, solo con mezzi cingolati. Ma al di là di questo, nessun indicatore sulla crescita della popolazione scolastica, né una inesistente polverizzazione delle strutture stesse possono aver giustificato un investimento di denaro pubblico così impegnativo, da devolvere, semmai, alla messa in sicurezza delle strade e alla manutenzione degli edifici esistenti nel centro urbano e in località Coscaro ancora punto di riferimento per il bacino di utenza dell’area di San Mazzeo.

Nella seconda metà degli anni ’80, da consigliere comunale di Lamezia Terme feci una proposta di creazione dei poli scolastici nelle frazioni dell’ex comune di Sambiase, mosso da una duplice preoccupazione: la prima, immediata, consisteva nel qualificare meglio l’offerta formativa nelle scuole ubicate in aree marginali, fortemente penalizzate dalla polverizzazione dei servizi scolastici e dall’inevitabile ridimensionamento dei contenuti disciplinari nelle varie pluriclassi. Nel febbraio del 1985, esattamente dopo 30 anni, fu approvata  la riforma dei Programmi della Scuola Elementare (DPR 104/85) e fu avviata, in un primo tempo in forma sperimentale, una nuova organizzazione didattica di tipo modulare che, cinque anni dopo, nel 1990,  trovò collocazione nella Riforma dell’Ordinamento; la seconda nasceva dal rischio che la polverizzazione delle strutture portasse, prima o poi, all’abbandono dei luoghi con la fuga dei bambini dalle loro pluriclassi verso la Città e, prima o poi , con una vera e propria diaspora di intere comunità dai versanti collinari e montani verso i vecchi e mai recuperati centri storici, di Sambiase in particolare. Ciò avrebbe, inoltre e in modo irreversibile, comportato il decesso di quell’economia contadina, allora  vitale, insieme alle rimesse degli emigranti.    Consapevole dei rischi di abbandono di quei territori e delle eventuali conseguenze di dissesto idrogeologico, proposi la creazione, in aree possibilmente baricentriche, di tre strutture scolastiche consolidate, corrispondenti con i tre versanti collinari a valle del monte Mancuso e della “Cona di San Mazzeo”. Il tutto  all’interno di tre aree dei servizi comprendenti la scuola consolidata, la delegazione comunale, la guardia medica, l’ufficio postale e piccole attrezzature sportive e culturali per il tempo libero. Aree dei servizi da intendere anche come punto di riferimento delle numerose frazioni distribuite a macchia di leopardo e come polo di attrazione per limitati insediamenti abitativi di tipo popolare e recupero dell’esistente. Una proposta che nelle aree periferiche non vide mai la luce anche se nasceva da uno studio , fatto insieme alla CGIL Scuola, sui movimenti della popolazione scolastica nell’arco di cinque anni, indispensabili per definire un piano di edilizia scolastica di lungo respiro. Sarei estremamente felice se gli stessi studi sui movimenti della popolazione scolastica nel Comune di Conflenti fossero stati alla base della scelta di costruire, a Passo Ceraso,  una nuova scuola. Ma a parte questa esigenza di conoscenza che gli amministratori Conflentesi certamente non mancheranno di soddisfare, ho voluto, in una sorta di combinato passato-presente, riproporre alla riflessione di oggi un’esperienza vissuta con passione, purtroppo sopita dall’indifferenza, dall’incuria e dall’assenza di orizzonte.

Fiore Isabella


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