“Meloni la settimana prossima andrà in Parlamento, diremo che l’interesse nazionale italiano sta nel rispetto delle nostre alleanze internazionali e nella difesa del diritto internazionale, quindi nel sostegno all’Ucraina”. E’ quanto dice Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, in un passaggio della sua intervista all’AdnKronos, parlando dell’intervento del premier alle Camere di mercoledì 28 giugno, dove verrà fatto il punto anche sulla crisi russa, alla luce delle ultime vicende interne.
Il fedelissimo della Meloni, che ieri ha partecipato al vertice ristretto tra Meloni, ministri e intelligence, rimanda al mittente chi ha parlato di marginalità dell’Italia nello scacchiere internazionale, dopo la telefonata del presidente Usa Joe Biden a numero uno francese Emmanuel Macron, al cancelliere tedesco Olaf Scholz e al primo ministro britannico Rishi Sunak per discutere della situazione in Russia. “Chiamare due stati membri del Consiglio di sicurezza Onu, come Inghilterra e Francia e il principale paese europeo per dimensione e popolazione non è uno sgarbo all’Italia, non farei alcuna polemica su questo…”.
Fazzolari non vede differenze di posizionamento nei partiti di maggioranza. “Siamo tutti d’accordo sulla linea – assicura – la maggioranza è solida nel sostegno all’Ucraina, anche perché non c’è alternativa a questo. Non è immaginabile uno scenario in cui il governo a guida Meloni cambia posizione sul sostegno a Kiev, non ci sono margini di discussione”.
“Quanto successo nelle ultime ore ci mostra uno Stato allo sbando, un paese fuori controllo nel quale un gruppo di criminali annuncia di marciare sulla capitale della città e non viene immediatamente fermato e repressa la rivolta, quanto abbiamo visto appartiene a uno Stato fallito, non c’è nessun altro paese al mondo dove sarebbe potuto succedere quanto abbiamo visto in Russia”, dice commentando la rivolta della Wagner delle scorse ore, per ora rientrata. “Solo stati completamente falliti, dove ci sono guerre tribali, presentano scenari simili”, denuncia Fazzolari, che poi aggiunge: “Più è debole un regime che dichiara di voler invadere i paesi vicini, meglio è per il mondo intero. Kiev si deve liberare dai criminali che sono sul suo territorio”.
“L’esercito russo combatte con unità mercenarie e criminali, che non rispettano la gerarchia militare russa, quindi è impensabile che queste unità rispettino le regole di guerra e la sicurezza dei civili. Quando entrano ad esempio in una città, questi combattenti russi non rispondono a nessuna autorità, sono quindi liberi di uccidere, distruggere, violentare, come hanno fatto sistematicamente in Ucraina”, afferma.
“Non sono più solo gli osservatori a dire questo, ma lo ammettono ora le stesse forze russe che questi sono criminali – sottolinea – La Wagner non risponde alle gerarchie militari, sono criminali a detta degli stessi russi, non rispettano né il diritto di guerra, né i civili. Il regime putiniano si avvale di criminali per compiere crimini di guerra in Ucraina”.
Fazzolari lancia l’allarme sulla propaganda russa in Italia. “Dopo quanto successo in Russia e gli accadimenti militari in Ucraina – dice intervistato dall’AdnKronos – è cambiato il messaggio da far veicolare da chi in Occidente è al soldo di Putin, ora la propaganda del Cremlino punta alla richiesta dell’immediato cessate il fuoco e la cosa che ora dobbiamo evitare è quella di cadere nella trappola della propaganda di Putin, che si è rimodulata perché ora sono in difficoltà, visto che l’offensiva russa è fallita in inverno e temono la controffensiva ucraina”.
Fazzolari ricorda come prima “quando la Russia era in una fase di avanzata militare, l’input che era dato dal Cremlino alla propaganda russa era di sostenere, far emergere, che l’Ucraina era troppo debole e che non serviva difenderla, che non bisognava dare armi a Kiev, ora i putiniani di tutto il mondo imploreranno il cessate il fuoco, cosa che ora sta facendo il presidente bielorusso Lukashenko e chi è al soldo del Cremlino”, argomenta il sottosegretario di Palazzo Chigi.
“Quello del cessate il fuoco è un appello che sta arrivando anche da una parte del Partito democratico, la frangia di sinistra, che sta cominciando a sostenere che bisogna invocare immediatamente il cessate il fuoco. Non so se in buona o in cattiva fede, ma la richiesta di insistere sul cessate il fuoco è quella che viene fatta del Cremlino…”, sottolinea. “La richiesta di chi non è schierato con Putin è invece di dire ‘prima il ritiro russo dai territori occupati in Ucraina e poi il cessate il fuoco’. Perché chiedere ora il cessate il fuoco significa consegnare parte dell’Ucraina alla Russia, cioè proprio quello che vuole Putin”, avverte il meloniano.