Salman Rushdie si sente fisicamente “più o meno a posto” quasi un anno dopo essere stato accoltellato mentre si preparava a tenere una conferenza nello stato di New York. Tuttavia, il 76enne scrittore di origine indiana, cittadino britannico e residente negli Stati Uniti, ha dichiarato, in un’intervista alla Bbc, che sta ancora elaborando l’attentato, che lo ha reso cieco da un occhio.
“Ho un ottimo terapeuta che ha molto lavoro da fare – ha detto Rushdie – Faccio sogni folli”. Lo scrittore ha confessato di avere dubbi sull’opportunità di affrontare il suo presunto aggressore in tribunale. E non sa se si presenterà mai più a un evento pubblico che non sia solo su invito e “controllabile”.
Lo scorso agosto l’autore dei “Versetti satanici” è stato attaccato a un respiratore e ha trascorso sei settimane in ospedale dopo essere stato accoltellato una decina di volte sul palco di un evento letterario. Le ferite hanno provocato danni al fegato, la perdita della vista da un occhio e la paralisi della mano a causa di danni ai nervi del braccio. Rushdie ha affermato: “Il corpo umano ha un’incredibile capacità di guarire. E quindi sono fortunato ad essere a buon punto”.
L’aggressore, Hadi Matar, è stato accusato di tentato omicidio e si è dichiarato non colpevole e dalla scorsa estate è detenuto senza cauzione. Quando gli è stato chiesto se parteciperà al processo che si terrà nel corso dell’anno, Rushdie ha risposto che dipenderà dal fatto se Matar cambierà la sua posizione sull’attentato. “Sono portato a credere che il suo patteggiamento sia solo un gioco di posizione e che potrebbe cambiare. Se fossi il suo avvocato, gli consiglierei di farlo – ha commentato Rushdie – Se cambia la sua dichiarazione di colpevolezza, allora non ci sarà un processo, ma solo una sentenza, e potrebbe anche essere che la mia presenza non sia richiesta. Ho due atteggiamenti a riguardo. C’è una parte di me che vuole davvero andare in tribunale a guardarlo in faccia e un’altra parte di me che invece non ne ha voglia. Non ho un’opinione molto alta di lui”.
Salman Rushdie sta scrivendo un libro sull’attentato come mezzo per elaborare quello che ha passato. Ha dichiarato alla Bbc che non sarà lungo più di un “paio di centinaia di pagine”. “C’è un elefante colossale nella stanza e, finché non lo affronto, è difficile prendere sul serio qualsiasi altra cosa”, ha aggiunto.