medico
29 aprile 2020

News

SANITA’ CALABRIA. «ORDINANZA 35… MA I CONSIGLIERI D’OPPOSIZIONE, IN MANCANZA DI BARBIERI , CHE FANNO, PETTINANO LE PUPE?»


di Santo Gioffrè

Il 24 aprile, la Presidente della Giunta Regionale della Calabria emana un’ordinanza, la 35, diffusa dal Dipartimento alla Salute regionale. In tale documento si ordinava, dopo vari preamboli, l’autorizzazione all’apertura degli ambulatori pubblici, degli studi professionali, delle strutture private accreditate e private autorizzate per garantire visite specialistiche. In un allegato, il n° 1, venivano elencati le norme rigide a cui devono attenersi le suddette strutture per poter svolgere l’attività.

Devo dirmi che fui disattento… Veramente lo dico, credetemi, vi giuro… Solo ca MICUZZU, che tutto legge, persino il recondito buio pensiero dove si formano gli utili ingorghi, soprattutto quando i storti si pensano furbi, mi soprasvegliò durante il secondo sonno. Mi segnalava la successiva para-fulminea, seconda ordinanza, sempre con lo stesso numero di decretazione, la 35, nelle quale venivano apportate delle novità che tradivano lo stato totale di abbandono, e di continua gestione dell’emergenza, alla carlona, con cui si sta affrontando il Covid 19, con la supervisione di ben 49 teste d’uovo e di altro che non ho mai visto riferire e conferire ai Calabresi…

Qualcuno, letta la prima ordinanza, avrà segnalato ai molto disattenti estensori dell’ordinanza che aprire gli ambulatori pubblici, nello stato in cui si trovano e dovendo applicare, rigorosamente, le disposizioni dell’allegato 1, era come bere la candeggina di Trump…

Che tale evento avrebbe comportato un’esposizione talmente incontrollata al virus che nemmeno basterebbe l’isola di Ferdinandea per seppellirci tutti. Nella seconda, fulminea, ordinanza, venivano tolti tutti i riferimenti agli ambulatori pubblici, e, dopo il preambolo “… della necessità di realizzare una compiuta azione di previsione e prevenzione, monitoraggio, e presa a carico, a livello territoriale, così da contribuire ad una riorganizzazione dell’assistenza sanitaria, sia al fine di contenere la diffusione del contagio, sia con funzione di filtro, necessario a frenare l’accesso agli ospedali…” si manteneva il consenso, ai privati, di operare, a questo punto, in monopolio.

Ma non è tutto… Qualcuno gli avrà ri-fischiato che la cosa potrebbe dare l’impressione di liberi tutti… e gli antichi pegni? E allora, arriva un terzo, fulmineo, subitaneo chiarimento a firma del Dirigente Generale del Dipartimento alla salute.

In tale documento si ri-specifica “che le prestazioni specialistiche ambulatoriali da erogarsi presso le strutture private accreditate, e private autorizzate possono essere effettuate dove vengono rigorosamente rispettate le misure elencate nell’allegato 1….”

Insomma, dopo tre mesi di totale chiusura, la gente, tappata in casa e senza entrate, che deve fare una visita, deve recarsi, per forza, nelle strutture private convenzionati, accreditati, autorizzati, ma non in tutte…

La cosa che mi ha colpito è una sottile sottigliezza, una rimarcatura salutare “che solo chi è in grado di garantire… “Chi è che può, in 4 giorni, predisporre le imponenti norme dell’allegato 1? Voi che dite? Io ce l’ho un’idea, ma pecco! Alcuni privati non apriranno mai…sono morti di fame come gli ambulatori pubblici…. E dai, e che cazzo!

Allora, siccome a pensare male si fa sempre bene, cos’è questo giochetto? Come non si aprono gli ambulatori pubblici? In due mesi, nei pochi ambulatori specialistici pubblici, non si potevano fari i lavori al fine di predisporre tutti gli accorgimenti atti a garantire l’accessibilità e venire incontro a un’utenza piegata e stressata dalla crisi?

Perchè, dopo i ventennali saccheggi delle Asp, si fa una scelta del genere? Le RSA, in Provincia di Cosenza e in Calabria, non insegnano niente? Perchè, non si poteva aspettare altri 20 giorni, un mese, e far partire, prima il pubblico e, poi, il privato? I Consiglieri di Opposizione, invece di pensare a coltivare anguille, e pescare tonni nei fiumi, si sono accorti di queste bizzarria che dà molto, ma molto ragione al grandissimo Vittorio Feltri, che è l’unico che sa chi siamo, veramente. Gente che ha comprato il sapone e la corda al proprio boia!


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