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26 marzo 2019

News

Sanità. D’Ippolito (M5S): «Scalzo, Barbanti e il Polo traumatologico a Lamezia»


Alcuni comitati locali fanno enorme, voluta confusione sull’accorpamento dell’ospedale di Lamezia Terme nell’azienda ospedaliera unica di Catanzaro, avvenuta in base a una recente legge regionale, tanto cara al transfuga politico Tonino Scalzo, che è perfino un eufemismo definire cinobalanica.

A pochi mesi dalle elezioni regionali si inventa di tutto pur di raccattare voti, addirittura che l’inclusione dell’ospedale lametino nella predetta azienda ospedaliera sia funzionale, indispensabile alla realizzazione del Polo traumatologico della Calabria.

Ricordo che il sottosegretario alla Salute del governo Pd-Ncd, Davide Faraone, nell’aprile del 2017 rammentò all’allora deputato interrogante Sebastiano Barbanti, già passato dal Movimento Cinque Stelle al Misto, ad Alternativa libera e infine al Pd, che secondo il decreto ministeriale numero 70/2015, voluto dal ministro dell’epoca, Beatrice Lorenzin, per creare il Polo traumatologico in questione occorre un bacino di utenza tra i 2 e i 4 milioni di abitanti, che la Calabria non raggiunge.

In breve, il Polo traumatologico chiesto dai riferiti comitati è stato bloccato da un provvedimento del precedente governo di centrosinistra, che ora tocca a noi rimodulare. Scalzo, che, fiutato il vento, ha mollato il Partito democratico, l’avrà già dimenticato. Non credo, però, che l’abbia scordato Barbanti che ora non si sa bene con chi stia e perciò non rinuncia alla pratica, direbbe Franco Battiato, del ballo del potere. In ogni caso le esternazioni di codesti comitati locali sono prive di fondamento, laddove richiamano la nostra proposta di legge regionale sul riassetto delle aziende del Servizio sanitario calabrese, che non c’entra affatto con loro documenti e suggerimenti, al contrario di quanto essi hanno proiettato nell’immaginario collettivo.

Il nostro disegno di legge, presentato al Consiglio regionale nel dicembre del 2016 e sottoscritto da oltre 5mila calabresi, prevede l’istituzione di tre sole delle aziende ospedaliere e di altrettante aziende sanitarie territoriali, rispettivamente una per il nord, una per il centro e una per il sud della Calabria, lasciando al proprio posto l’Azienda ospedaliero-universitaria Mater Domini di Catanzaro, la quale ha sempre goduto di benefici di palazzo e non ha mai garantito l’assistenza che invece doveva. È giunto il momento della verità e della difesa reale degli interessi dei singoli territori. Dunque, basta con le finzioni e l’uso strumentale dei comitati civici. Lamezia Terme non si può barattare.
Giuseppe D’Ippolito
Portavoce M5s alla Camera dei Deputati


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