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27 giugno 2019

News

Sanità. Lo psicologo “entra” negli studi dei medici di famiglia: ecco come interagirà nell’équipe


La norma è prevista nel decreto Calabria e non solo legittima la presenza dello psicologo nelle cure primarie ma entra nel cuore dell’ACN della medicina generale chiarendo che qualora le Regioni vogliano autorizzare l’aumento del massimale, questo sarà possibile laddove il medico interessato abbia realizzato una integrazione interprofessionale con infermieri e psicologi

In sede di conversione del Decreto Calabria il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi ha richiesto a deputati di maggioranza e di opposizione un emendamento che stabilisse che nell’equipe che opera insieme al medico di medicina generale nel sistema territoriale delle cure primarie fosse chiaramente previsto per norma primaria lo psicologo.

Questa proposta è stata fatta propria dal Parlamento ed è ormai legge di Stato: l’emendamento approvato, modificando il dlgs 502/92, non solo legittima la presenza dello psicologo nelle cure primarie ma entra nel cuore dell’ACN della medicina generale chiarendo che qualora le Regioni vogliano autorizzare l’aumento del massimale, evento ormai reale per l’approssimarsi di pensionamenti di massa nella cagtegoria e per l’assenza di turn over adeguati, questo sarà possibile laddove il medico interessato abbia realizzato una integrazione interprofessionale con infermieri e psicologi.

La norma in questione è il frutto di un’attività di elaborazione e di rapporto del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi con le rappresentanze istituzionali e sindacali dei medici di base e del conseguente rapporto con le Istituzioni e con le Associazioni di tutela dei cittadini per approfondire, ricercando ed ottenendo la condivisione, il ruolo fondamentale della psicologia e quindi dello psicologo nella tutela della salute, nell’accezione intesa dall’OMS (“stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia”), ad iniziare, appunto, dal sistema delle cure primarie, divenendo sia le discipline psicologiche che il professionista che le esercitano fondamentali tanto per l’attività del medico quanto per i bisogni di salute del cittadino.
E’ evidente che è l’inizio di un percorso, ma prima c’era il nulla se non sporadiche sperimentazioni, ora c’è una norma da cui partire per costruire la presenza dello psicologo negli studi dei medici di famiglia attraverso la stipula, in corso di trattativa, del nuovo Accordo nazionale dei medici di famiglia e soprattutto nei conseguenti accordi decentrati, nei quali le Regioni stanziano, per tali finalità, risorse aggiuntive; certo la frase “senza oneri aggiuntivi”, oltre che essere la frase di rito nell’emanazione delle leggi, vuol significare che il tutto ricade nel finanziamento di tali accordi.

All’AUPI va riconosciuto il ruolo propulsivo di aver individuato e segnalato l’opportunità dell’inserimento dello psicologo nei studi di medici di famiglia.


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