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5 gennaio 2021

News

Sant’Anna Hospital. Cgil, Cisl e Uil incontrano il prefetto Latella alla ricerca di una soluzione. Intanto arriva la richiesta di cassa integrazione per 240 persone


La sorte del Sant’Anna Hospital, ad una settimana dalla sospensione delle attività, e nel giorno in cui i vertici aziendali richiedono la cassa integrazione per 240 dipendenti, è stata al centro dell’incontro tra una delegazione di Cgil, Cisl e Uil e il prefetto Luisa Latella, alla testa della commissione prefettizia che guida l’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro. L’incontro arriva dopo la richiesta espressamente avanzata dalla Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia e dalla delegata aziendale che lo scorso 23 dicembre ha inoltrato una lettera ai vertici dell’Asp.

“La crisi di un’eccellenza sanitaria non può pagarla chi lavora: se è dovuta alla cattiva gestione si deve dare la possibilità di reintegrare nel pubblico il servizio d’eccellenza e garantire così i livelli occupazionali”, hanno ribadito i rappresentanti delle organizzazioni sindacali presenti che hanno interloquito con il prefetto Latella, dimostrando la massima disponibilità nel rispondere agli interrogativi e ai dubbi avanzati sulla vertenza.

“Il prefetto Latella ci ha assicurato che al vaglio della commissione c’è una soluzione per la salvaguardia del livello occupazionale. Per quanto riguarda l’accreditamento è stato sottolineato che l’Asp non ha competenza perché è compito della Regione rilasciarlo. L’Asp in sostanza si è accorta che l’accreditamento era scaduto dal 2017 e non era mai stato rinnovato. In base alle competenze proprie dell’Azienda, è stata data l’autorizzazione a lavorare come clinica privata, sollecitando più volte la Regione a esprimersi: in assenza di questo passo, il contratto non può essere firmato perché questo atto disciplina le prestazioni da rendere all’Asp per conto del Servizio sanitario regionale. Per come ci è stato riferito, quindi, la Regione deve comunicare se la clinica Sant’Anna è inserita o meno nel Servizio sanitario nazionale. Il dovuto del 2020 non è stato liquidato proprio perché l’Asp non ha potuto sottoscrivere il contratto. Quello che chiediamo – si legge ancora nella nota di Cgil, Cisl è Uil – è che a questo punto la Regione e la struttura commissariale si esprimano al riguardo e assieme all’Asp si lavori ad una soluzione realizzabile in concreto per salvaguardare i livelli occupazionali e il diritto alle cure per centinaia di pazienti che altrimenti si troverebbero costretti a migrare, o ad ingrossare le liste d’attesa delle altre strutture. Tra le soluzioni possibili ci potrebbe essere anche una gestione commissariale della Sanità pubblica a cospetto di questa struttura privata d’eccellenza, come è successo in realtà come quelle del sistema sanitario del Lazio,. Attendiamo quindi di essere riconvocati a stretto giro di posta – concludono Cgil, Cisl e Uil – come assicurato dal prefetto Latella, che ringraziamo per la consueta disponibilità”.

 


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