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29 giugno 2024

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Santi Pietro e Paolo, il primo Papa e l’apostolo delle genti. Il legame con la Calabria


Oggi, 29 giugno, si festeggiano i Santi Pietro e Paolo, insieme in quanto capisaldi della fede cristiana e fondatori della Chiesa Cattolica. Pietro, il discepolo prediletto di Gesù e primo Papa, e Paolo, il grande testimone di fede convertito sulla via di Damasco, furono i primi a diffondere il Vangelo a tutti i popoli e non a caso sono i patroni della Capitale e di innumerevoli città italiane e straniere e alle loro figure sono legate varie leggende e tradizioni da nord a sud dello Stivale.

San Pietro è il patrono di fornai, costruttori di porti, macellai, pescatori, mietitori, cordai, orologiai, fabbri, calzolai, tagliapietre, costruttori di reti da pesca e di navi. Inoltre è patrono della longevità del popolo ed è invocato per intercedere in caso di rabbia, problemi ai piedi e febbre.

San Paolo invece è il patrono di cordai, cestai, giornalisti, missionari, vescovi e la fede popolare prevede che si invochi contro le tempeste di mare, i morsi di serpenti e contro la cecità.

Leggenda vuole che i Santi nelle loro predicazioni sostassero a Galatina in Puglia e si accorsero delle persone ammalate per il morso di un ragno. Decisero di insegnare perciò ai residenti il rito della Taranta, che guarisce dal male con l’acqua di un pozzo da loro benedetta e le ben note musiche e danze salentine.
La Calabria poi ha un legame molto stretto con San Paolo apostolo che, secondo tradizione, sbarcò a Reggio sulla spiaggia antistante il lungomare, all’altezza del cippo che lo ricorda nel giorno si svolgeva la festa in onore di Diana Fascelide.

Paolo ottenne di parlare alla folla ma solo finchè fosse durata la fiamma di una candela che posta sopra una colonna. Miracolosamente, una volta consumatasi la candela, iniziò ad ardere la colonna stessa che illuminò la notte fino al mattino, luce che simbolizza così la luce del vangelo. Paolo quindi evangelizzò Reggio e anche consacrare il primo vescovo della città, S. Stefano Niceta (di Nicea), prima di ripartire per Pozzuoli. La memoria liturgica della venuta di Paolo a Reggio si celebra il 21 maggio.

I resti della colonna si conservano presso la Cattedrale di Reggio, nella Cappella di San Paolo, a destra del Presbiterio. Sulla parete destra della stessa Cappella una lapide riporta un’iscrizione in latino:
[AVE COLUMNA NOBILIS / ELECTRO ET AURO DITIOR/ ILLAQUE MOSIS IGNEA / COLUMNA FORTUNATIOR / QUOD ORE PAULUS PRAEDICAT / TE FULGURANTE COMPROBAT / TE CONFLAGRANTE RHEGIUM / CHRISTI FIDEM COMPLECTITUR / ERGO COLUMNA RHEGIA / HEBREOS UT ISRAELITICA / IN TERRAE OPIMA TRANSTULIT / TU NOS IN ASTRA DUCITO]
(Salve o nobile colonna, più splendente dell’ambra e dell’oro e più provvida di quella colonna ignea di Mosè. Ciò che Paolo con le sue parole proclama, conferma con il tuo fulgore. Con le tue fiamme Reggio abbraccia la fede di Cristo. Perciò come quella israelita guidò gli Ebrei nella terra promessa, tu, colonna regale, conduci noi in cielo).

Un’altra tradizione legata alle solennità dei due Santi è quella della fiera delle cipolle che si svolge ad Isernia, a Lamezia Terme e in altri paesi sia del nord che del sud Italia. Forse il legame tra il tubero e la festa dei Santi Pietro e Paolo è una leggenda che si tramanda da generazioni in cui si narra della madre di San Pietro che era molto cattiva e avara e nella sua vita aveva fatto un solo atto di generosità: il dono di una cipolla a una vecchia donna affamata.

Quando la madre di San Pietro morì, per non andare all’inferno supplicò il figlio ricordandogli di quell’unico atto di carità.

Il figlio San Pietro chiese a Gesù di salvarla e questi acconsentì, permettendo alla madre di aggrapparsi a una treccia di cipolla. Mentre la donna cercava di risalire dagli inferi, a questa treccia si aggrapparono anche altre anime, e lei cominciò a tirare calci e a scacciare le povere anime dannate. La treccia con il peso e il movimento dei calci non resse e la madre di San Pietro, per la sua cattiveria, ritornò nelle fiamme dell’inferno.

Annamaria Persico (Articolo del 29 giugno 2017)


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