ospedale pugliese
5 giugno 2016

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Scura, Fatarella, Avvocatura e dintorni: il caos Sanità in Calabria


Il recente giallo che ha investito la Regione Calabria in merito al ricorso al Tar con cui si appoggia quello già sostenuto dai Comuni contro il decreto 30 del commissario Massimo Scura, probabilmente è solo la punta dell’iceberg di una situazione decisamente caotica che vige attorno al delicato e appetibile argomento Sanità. Argomento che – è bene rimarcarlo – dal punto di vista finanziario assorbe oltre il settanta per cento del bilancio regionale.

Certamente gli organi inquirenti lavoreranno con scrupolo per rintracciare eventuali elementi di difformità e relative responsabilità rispetto al corretto modus operandi che la collettività pretende.

Non c’è dubbio che il commissariamento della sanità calabrese sia la conseguenza di una cattiva gestione della stessa, ma con altrettanta franchezza dobbiamo registrare che al momento non si intravvedono risposte coerenti con gli obiettivi che occorre perseguire.

Restringendo il campo di osservazione al territorio della nostra città, il disorientamento dell’opinione pubblica viene ulteriormente fomentato sia dal commissario Massimo Scura, sia dal dott. Riccardo Fatarella, dirigente generale regionale del Dipartimento della Salute.

L’ingegnere Scura, nel perseguire l’auspicabile fusione tra l’Azienda ospedaliera «Pugliese-Ciaccio» e quella universitaria, sembra non voler considerare affatto le richieste della collettività e dell’amministrazione comunale, se è vero che l’Ospedale Pugliese è in predicato d’essere svuotato.

Il dottor Fatarella, in un’intervista rilasciata proprio pochi giorni fa, parlando della Cardiochirurgia ha sorvolato con troppa sufficienza su quella esistente presso l’Università quasi a volerne sminuire l’importanza. O almeno questa è la sensazione che noi abbiamo avuto ascoltando le sue dichiarazioni.

Ovviamente non è né nostra intenzione né nostro compito – e non ne avremmo le competenze – intervenire nel dibattito che inerisce agli aspetti tecnici e scientifici della faccenda; ma certamente intendiamo intervenire, anzi lo riteniamo doveroso per un Movimento che tenda alla valorizzazione della città, sulle funzioni che l’Università e il suo Policlinico debbono esprimere su tutto il territorio regionale.

Quello cardiochirurgico è un ambito nel quale la città di Catanzaro, negli anni, ha saputo ritagliarsi un importante spazio divenendo un prezioso riferimento per tutti i calabresi. È indiscutibile che ciò sia avvenuto anche grazie all’eccellenza del «Sant’Anna Hospital», i cui numeri ed i cui risultati sono un biglietto da visita certo ed inequivocabile.

Ciò non confligge minimamente con la valorizzazione che ci si attende per la cardiochirurgia universitaria. Tutt’altro. Collaborazioni scientifiche e confronto fra Università e privati non possono che determinare un virtuoso e vicendevole perfezionamento e quindi il potenziamento a Catanzaro di quello che, nei fatti, è già il polo calabrese della cardiochirurgia.

Pertanto ci piacerebbe capire se le esternazioni del dirigente regionale Fatarella siano soltanto il frutto di una distrazione o se, al contrario, tradiscano qualcosa che a noi, al momento, sfugge.
Movimento civico indipendente «Catanzaronelcuore»


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