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11 ottobre 2016

News

Secondo uno studio della Cgil, un medico su due nel Ssn ha oltre 55 anni. Situazione da «codice rosso», serve sblocco turn over e rinnovo contratti


La metà dei medici del Servizio sanitario nazionale ha oltre 55 anni. Ben oltre 55 mila camici bianchi su un totale di circa 110 mila complessivamente impegnati negli ospedali e nei servizi territoriali del servizio sanitario.

È quanto risulta da uno studio condotto dalla Fp Cgil Medici su dati del Conto annuale dello stato dal quale emerge che, tra il prolungato blocco del turn over e l’aumento dell’età pensionabile, sono maggioranza i camici bianchi oltre i 55 anni nelle corsie degli ospedali.

Dalla rilevazione condotta dalla Funzione pubblica medici della Cgil si registra che «siamo di fronte ad un vero e proprio boom di medici anziani. Se dal nostro studio risultavano al 2014 il 48,9% di medici con oltre 55 anni di età, la proiezione del trend sul 2016, tra blocco del turn over e aumento dell’età pensionabile, porta la percentuale ben oltre il 50%, ovvero un medico su due».

Secondo il segretario nazionale della Fp Medici, Massimo Cozza «è ora di mettere la parola fine al blocco del turn over, anche nelle regioni sottoposte ai piani di rientro». Per Cozza, inoltre, «chi va in pensione deve essere sostituito e il precariato va stabilizzato, se rientrano nel fabbisogno necessario a garantire i Livelli essenziali di assistenza. Questo deve valere in primo luogo per i medici, ma anche per il restante personale del servizio sanitario, a partire dagli infermieri».

Infatti, sempre in merito all’aumento dell’età media, lo studio della Fp Cgil Medici, basato sull’ultimo Conto annuale relativo al 2014, sottolinea inoltre come rispetto all’ultimo anno disponibile «oltre il 20% dei medici del Ssn avevano già una età di oltre 60 anni e 2.142 (1,9%) con oltre i 65 anni di età». Un unicum nel panorama pubblico.

«Il risultato», si legge nello studio «è ancor più eclatante se raffrontato all’età oltre 55 anni di tutti i dipendenti del Pubblico Impiego, che nel 2014 raggiungeva il 30,6% (31,3% nel Ssn) a fronte del 48,9% dei medici».

Lo studio passa poi in rassegna le criticità dettate dall’avere una tale platea di medici anziani, tra queste «l’effetto prodotto dai turni massacranti, insieme alle capacità fisiche e mentali, sulla qualità del servizio offerto, in particolare nei Pronto Soccorso».

Così come «l’impossibilità di trasmettere conoscenze ai giovani medici in ragione del blocco del turn over». Per arrivare a processi di «demotivazione e frustrazione legati in parte ai tagli al fondo sanitario e in parte al mancato rinnovo del contratto da oltre sette anni».

Ma oltre le criticità ci sono in parallelo le proposte della Fp Cgil Medici: da finanziamenti adeguati per il fondo sanitario, a partire da almeno 113 miliardi per il prossimo anno al superamento del precariato e del blocco del turn over passando per il rinnovo del contratto nazionale.


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