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26 novembre 2018

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Si è svolto il secondo incontro della rassegna «Lamezia Terme e il suo comprensorio: una millenaria storia comune»


Dalla nascita del comune di S. Eufemia Lamezia (aprile 1935-1 gennaio 1936), subito dopo la bonifica integrale, alla costituzione di Lamezia Terme (4 gennaio 1968) con l’unificazione dei tre ex comuni di Nicastro, Sambiase e S. Eufemia Lamezia. Trent’anni di storia della piana lametina ricostruiti nel corso del secondo incontro del convegno di studi «Lamezia Terme e il suo comprensorio: una millenaria storia comune», organizzato dal Comitato Lamezia Terme 4 gennaio 1968 e coordinato dal prof. Vincenzo Villella.

Ne sono stati relatori gli storici Giuseppe Masi, direttore dell’Istituto calabrese per la storia dlell’antifascismo e dell’Italia contemporanea, Antonio Bagnato del comitato scientifico della Rivista di storia contemporanea, Domenico Montuoro e Vito Rondinelli.

Dopo l’introduzione della coordinatrice della serata, Maria Chiara Caruso, Basilio Perugini, presidente del comitato, ha rivolto il saluto al folto pubblico sottolineando l’importanza di eventi culturali come questo convegno di cui saranno ala fine pubblicati gli atti perché ne resti memoria.

Il prof. Masi, che ha trattato il tema Dalla palude alla città di Mussolini: la nascita del comune di S. Eufemia Lamezia, ha riscostruito inizialmente, con dovizia di documenti archivistici, la storia della bonifica integrale nella piana paludosa e malarica di S. Eufemia. Ha poi descritto l’evoluzione ambientale, agricola e produttiva del territorio con particolare riferimento alla nascita dei vari villaggi agricoli, al ruolo avuto da immigrati veneti nella coltivazione del riso e della barbabietola, all’importanza dello zuccherificio, alla fioritura delle numerose aziende che hanno trasformato l’aspetto originario della piana.

Il prof. Antonio Bagnato ha ricostruito l’ter della costituzione del comune di Lamezia Terme nel 1968 attraverso lo studio degli atti parlamentari. Ha messo in evidenza il ruolo avuto dal sen. Perugini, promotore del progetto, ricordando che ancor prima analogo progetto era stato proposto anche dall’on. Renda. Ha sottolineato poi le difficoltà nell’iter parlamentare, evidenziando il ruolo avuto per l’approvazione, dopo cinque anni di fermo, dagli onorevoli Salvatore Foderaro e Fausto Bisantis oltreché dal vescovo di Nicastro mons. Renato Luisi con il decisivo coinvolgimento dell’on. Aldo Moro.

E’ seguita poi la relazione dello storico Domenico Montuoro che ha ricostruito la storia dei paesi dell’istmo, soffermandosi in particolare sul ruolo avuto dai Normanni. Molto interessa tra il pubblico ha suscitato la ricostruzione fatta da Montuoro sulla visita di papa Callisto II a Nicastro nel 1121-1121. Una ricerca da lui effettuata attraverso fonti inedite che dimostrano in modo inoppugnabile la verità storica di quel viaggio del pontefice che nell’occasione consacrò la cattedrale normanna fatta costruire dalla principessa Amburga.

Ha chiuso il convegno lo storico Vito Rondinelli che, attraverso l’ausilio di fotografie, ha parlato della Repubblica di Filadelfia e del ruolo avuto dai paesi della Calabria media nel processo risorgimentale.

In margine al convegno il prof. Vincenzo Villella, promotore e coordinatore delle quattro giornate del convegno, rispondendo ad alcune domande dei giornalisti presenti, ha ribadito lo scopo, la serietà e la scientificità del convegno basato sulla convinzione che il futuro della città di Lamezia bisogna ripensarlo in una visione allargata a tutti i comuni del suo circondario.

Senza il suo comprensorio Lamezia sarebbe un corpo senza testa. Con tutti i comuni Lamezia ha condiviso e condivide non solo il territorio e la popolazione, ma anche la identità agricolo-commerciale, la cultura, le tradizioni, la storia.

«Il convegno», ha aggiunto il prof. Villella, «vuole evidenziare proprio questa identità storico-culturale ultra secolare di un territorio dove non sono distinguibili confini fisico-geografici fra i comuni, ma dove, al contrario, si sta creando spontaneamente una polarità urbana che ha già superato da tempo anche i confini amministrativi».


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