Il presidio ospedaliero di Soveria Mannelli
12 luglio 2024
Il presidio ospedaliero di Soveria Mannelli

News Lamezia e lametino

SOVERIA MANNELLI: ANCORA UNA VOLTA PRONTO SOCCORSO DECISIVO


SOVERIA MANNELLI – Amedeo (nome di fantasia) giorni fà è da solo nel bosco intento a tagliare la legna con la motosega, lui ha 61 anni, buona parte passati a fare questo lavoro, ha oramai la giusta esperienza nell’uso degli strumenti da taglio, ma nonostante questo – l’agguato è sempre dietro la porta – la motosega trancia il tronco una, due, tre volte poi impatta con un grumo nodoso e inaspettatamente si impenna fino a raggiungere il deltoide e il collo di Amedeo. In una frazione di secondo il sangue scende copioso dalla ferita, Amedeo si mette in macchina tamponando la ferita con ciò che può per raggiungere il pronto soccorso di Soveria che da li dista circa 12 chilometri. E’ una corsa contro il tempo e Amedeo lo intuisce, lo comprenderanno anche i sanitari del punto di emergenza non appena si rendono conto dell’entità della ferita che ha dilaniato la carne e per poco non ha raggiunto la giugulare. Si fa quel che si può con il personale che c’è, dove per caso si trova anche la responsabile del reparto di medicina (unico reparto rimasto nell’ospedale) che unitamente agli altri operatori (il medico cubano, infermieri ed oss) provvedono a fare tutto ciò che è nelle loro prerogative. Dapprima si somministra una sacca di sangue per compensare quello perso, poi si passa ai farmaci capaci di alzare la pressione sanguigna perché si vuole evitare un collassamento del paziente e tenere in fase il sistema cardiocircolatorio. Intanto medici e infermieri cercano di ricompattare la ferita affinchè i piccoli vasi incomincino a chiudersi per limitare l’emorragia. E’ un continuo intervento nell’attesa che arrivi l’elisoccorso, che giunto sul piazzale del nosocomio trasferisce il malcapitato a Catanzaro presso l’ospedale Pugliese dove hanno messo in atto l’equipe chirurgica. Li viene operato e ricomposto quanto era necessario. Un intervento fatto di domenica, con dovizia e perizia che ha visto anche l’ospedale di Soveria ancora una volta protagonista nei tempi e nei modi e con le risorse disponibili di saper essere quella via mediana affinchè si salvi una vita. Così come hanno confermato conseguentemente al Pugliese: “altri cinque minuti di ritardo e per Amedeo non ci sarebbe stato nulla da fare”. E questo Amedeo lo sa, o meglio ne ha dato testimonianza l’altro giorno quando si è presentato al Pronto Soccorso con una guantiera di pasticcini come si fa quando nasce, in questo caso, rinasce una vita.

COMITATO PRO OSPEDALE DEL REVENTINO


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