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3 gennaio 2021

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SUD E SANITA': nell’800 vaccino obbligatorio e gratuito, registri e punizioni ai trasgressori. La Sanità pubblica dei Borbone


Nel Regno delle Due Sicilie solo tra il 1777 e il 1832 furono quasi un milione e mezzo coloro che vennero vaccinati gratuitamente contro il vaiolo.  Con il Decreto n. 141 del 6 Novembre 1821, Ferdinando I di Borbone sanciva l’obbligatorietà del vaccino nel Regno delle Due Sicilie prevedendo misure punitive per i trasgressori e registri dei vaccinati redatti dai parroci che dovevano rilasciare anche ad ogni vaccinato un cartellino attestante l’avvenuta vaccinazione.

Ma la STORIA era cominciata molto prima, esattamente il 14 marzo 1801 quando a Palermo vennnero eseguite le prime vaccinazioni del Sud Italia. A praticarle, dietro richiesta della regina Maria Carolina che aveva perso una sorella per il vaiolo, sono i due medici inglesi Jospeh A. Marshall e John Walker, arrivati per vaccinare i marinai britannici che proteggevano Ferdinando IV di Borbone, il quale era fuggito in Sicilia dopo l’invasione del Regno di Napoli. Il re, convinto della validità del metodo, fa vaccinare anche i suoi figli e, dopo aver verificato il successo dell’operazione, decise di istituire la vaccinazione gratuita per il popolo.

Al suo ritorno a Napoli, il re Ferdinando nell’agosto del 1802, istituisce un apposito organismo sanitario: la Direzione Vaccinica. É composta da 10 professori vaccinatori, con sede nel Real Albergo dei Poveri, l’enorme edificio costruito per accogliere i poveri e i senzatetto della capitale, e alla sua direzione il re pone il proprio chirurgo personale, Michele Troja, affiancato dal suo più stretto collaboratore, il medico salentino Antonio Miglietta, soprannominato poi l’apostolo della vaccinazione per la sua attività di promozione e diffusione del vaccino.

La pratica jenneriana era sempre più diffusa nel Regno e diede impulso a una vera “scuola napoletana”, con altre geniali intuizioni e un nuovo metodo ideato da Troja e Galbiati, suo allievo, che sostituì definitivamente il vecchio sistema, nonostante l’avversione di Miglietta.  La Direzione Vaccinica provvederà alle vaccinazioni nella capitale, a coordinare le attività nelle province, a istruire i medici attraverso la pubblicazione di apposite guide e condurrà una capillare azione di promozione della nuova pratica nelle campagne, avvalendosi dell’aiuto di levatrici, medici condotti e parroci.

Ma la Sanità era destinata a stare al centro delle politiche borboniche: nel 1817 Ferdinando I sempre con Decreto organizzò l’intero sistema sanitario pubblico con criteri che sarebbero stati imitati fino ad oggi, rendendo la Sanità del Regno un settore all’avanguardia per l’epoca. Nel 1860, anno dell’Unità d’Italia, vi erano 9390 tra medici e chirurghi per 9 milioni di abitanti nelle Due Sicilie e 80 ospedali, 7087 medici su 13 milioni di abitanti per il resto dell’Italia.

Dobbiamo ai Borbone la prima istituzione mondiale di una Commissione, la Giunta dei Veleni, per la gestione in sicurezza degli scarichi industriali, emanazione di leggi igieniche per la prevenzione sanitaria e ambientale, leggi sulla raccolta differenziata dei rifiuti e sulla pulizia delle strade, leggi sulla tutela dei beni archeologici, norme di polizia mortuaria.

Furono istituiti inoltre: assistenza ai bambini abbandonati capillarmente dislocata nei singoli Comuni, Codice delle leggi di San Leucio (prima assegnazione di case popolari in Italia, asili nido, indennità malattia, assistenza sanitaria gratuita per malati, assistenza agli anziani, alle vedove, precisi orari di lavoro).

Primo Ospedale psichiatrico nazionale a Palermo a Santa Teresa ai Porrazzi. Prima Cattedra di psicoterapia a Palermo (prof. Giovanni Linguiti). Prime Leggi sanitarie di quarantena per evitare contagi a Nisida. Primi Interventi di Profilassi Anti-tubercolare su tutto il territorio del Regno. Primo Orto botanico per la fitomedicina a Palermo.

Primo Ospedale psichiatrico con annessa Cattedra di Psichiatria (Reale Morotrofio di Aversa). Primo Periodico psichiatrico (prof. Biagio Miraglio). Introduzione in Italia della medicina omeopatia (dott. F. Romano) e prima Clinica omeopatica (Ospedale della Trinità a Napoli e Ospedale Omeopatico della Cesaria). Fondazione del primo Istituto italiano per sordomuti. Prima Cattedra italiana di Ostetricia e Osservazioni chirurgiche. Istituzione della prima Cattedra di Pediatria, dell’“Ospizio marino” per talassoterapia del rachitismo e della tubercolosi. Prima descrizione della patologia poi nota come sclerodermia (Prof. Carlo Curzio ). Edizione del primo Manuale pratico di “BLS”. Fondazione della prima Speciale Farmacia Omeopatica Centrale (dott. R. Rubini).

ANNAMARIA PERSICO

Bibliografia: Acton H, I Borboni di Napoli (1734 – 1825). Gli ultimi Borboni (1825 – 1861), 2 voll., Firenze, Giunti editore, 1997-1999

Cantarano E, Carini L, Storia della Medicina e della Assistenza per le Professioni Sanitarie, UniversItalia, Roma, 2013


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