ospedale-lamezia-07-04-2018
19 ottobre 2021

News Lamezia e lametino

TDM LAMEZIA: «Neonato in pericolo di vita, qualche domanda… »


Come è ormai costume di Cittadinanzattiva e, nello specifico, del Tribunale per i Diritti del Malato che svolge attività di volontariato nell’ Ospedale “Giovanni Paolo Secondo” di Lamezia Terme, le segnalazioni degli utenti vengono tempestivamente inoltrate sulla posta certificata del Direttore Sanitario; purtroppo, dallo stesso, sistematicamente ignorate. L’ultima segnalazione fa riferimento al trasporto sanitario, nella tarda sera del 17 ottobre u.s., di un neonato in imminente pericolo di vita all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma.  La cosa che ci interroga come Cittadinanzattiva-TDM, e che dovrebbe interrogare chi di dovere, è la stranezza di vedere non un elisoccorso che trasferisce un ferito dalle strade o da cantieri insicuri verso ospedali meglio attrezzati, ma un Bambino nato a fatica in un ospedale della quarta città della Calabria e non in pericoloso e sperduto angolo della Somalia. Un bambino, spinto energicamente a nascere,  senza aver valutato se il ricorso al parto cesareo avrebbe evitato  sofferenze al bimbo e alla madre e a quel Falcon 900 del 31° Stormo di decollare per un evitabile  volo della speranza. Evitabile per le ragioni che ci permettiamo di esporre, attraverso alcuni interrogativi, senza con questo voler, nella maniera più assoluta, trasformare il tribunale per i Diritti della Persona malata in un tribunale penale. Le domande che poniamo sono essenzialmente le seguenti:

  1. le partorienti, a prescindere da chi le segue durante la gravidanza, vengono attenzionate nel modo più adeguato nella fase di accesso e di permanenza nel reparto di competenza?
  2. Nel caso soprarichiamato, è stata presa in considerazione la possibilità di ricorrere al parto cesareo riasparmiando procedure traumatizzanti al bambino e alla partoriente?
  3. Se tale procedura non è stata attivata, quali sono stati i motivi?

Un’ultima domanda ricorre sovente in una fase come quella pandemica che stiamo tutti vivendo: quali impedimenti ricorrono  perché una ricoverata,  che sta male perché malata ed anche perché si sente abbandonata, possa ricevere un familiare, vaccinato, tamponato  e adeguatamente munito di strumenti protettivi, facendo convivere la preoccupazione sanitaria con i sentimenti di umana pietà?

Attendiamo con fiducia delle risposte e al contempo auguriamo alla madre di riprendersi e al bambino di guarire, per crescere, correre e gioire. Com’è nel suo diritto.

       

    FIORE ISABELLA                                                            FELICE LENTIDORO

Responsabile  TDM                                                  Cordinatore Territoriale di                                    

Lamezia Terme                                                     Cittadinanzattiva Lamezia Terme


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