rossosimona
19 dicembre 2018

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Teatro e pensiero: «Čechov racconta» in scena al Piccolo dell’Unical


Riflessione, critica e follia sono queste le parole chiave dello spettacolo che si è tenuto 18 dicembre, alle 18 al Piccolo Teatro dell’Unical: debutto di una nuova produzione di Teatro Rossosimona intitolata Čechov racconta.

Lo spettacolo è il frutto di un percorso di studi nato in seno al corso di Formazione per Attori tenuto da Lindo Nudo, direttore artistico della compagnia, e si colloca all’interno del progetto Allievi in Scena, attraverso il quale si vuole favorire il ricambio generazionale e la creazione di nuove figure professionali nell’ambiente teatrale.

La ricerca condotta dagli allievi attori si è concretizzata in uno studio sui racconti di Anton Čechov, in particolare Jonyč, Un caso di pratica medica e Reparto n° 6, quest’ultimo ritenuto uno dei più riusciti e controversi fra la moltitudine delle opere dello scrittore e drammaturgo russo. Uno spettacolo che arriva allo spettatore in maniera diretta, avvertendo le emozioni insieme agli attori sul palco. Interpreti della pièce, che sceglie un linguaggio ironico e divertente, sono Claudia Rizzuti, Federica Suraci, Francesco Guzzo Magliocchi, Alessandra Curia, Stefania Scola e Salvo Caira, con la regia di Giovan Battista Picerno, coadiuvato nella direzione da Federica Suraci, e la scenografia di Caterina Cozza.

I testi, così come le musiche originali, sono di Vincenzo Caputo; tecnico di palcoscenico è Jacopo Andrea Caruso, mentre la direzione di produzione è di Lindo Nudo. Scrive G.B. Picerno, regista al suo primo esordio, nelle note di regia: «Non è un caso che i protagonisti dei tre racconti siano dei medici: attraverso questo confronto abbiamo voluto indagare il rapporto che Anton Cechov aveva con quella che egli stesso considerava la sua legittima moglie, la medicina. Abbiamo cercato le ragioni che spinsero il medico a cercare rifugio fra le braccia della concubina che lo ha reso immortale, la letteratura. Le tematiche descritte si condensano in una messa in scena dinamica ed essenziale, secondo la tradizione di Teatro Rossosimona, abbracciando una modalità narrativa che risente profondamente, e non poteva essere altrimenti, dei linguaggi della contemporaneità».

La ormai storica compagnia riconosciuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali come Impresa di produzione teatrale dal 2003, come compagnia professionale nel 2004, continua anche con un cambio generazionale, grazie ai nuovi talenti, ad offrirci le riflessioni più profonde sul senso della vita, sulle malattie e sull’amaro e spesso insensato trascorrere del tempo che trascina l’essere umano in un baratro senza alcuna via d’uscita. È su questa amara realtà che il medico protagonista si interroga e con profondi interrogativi filosofici prova ad elaborare una critica a una società troppo di fretta o superficiale per riflettere sul senso ultimo delle cose. E così risultano gli alienati ad essere forse i migliori pensatori.
Rita Dodaro


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