E’ una delle tante contese infinite che agitano la politica italiana. Il t
etto agli stipendi dei manager della pubblica amministrazione
ha una storia lunga, che passa attraverso diversi provvedimenti, e riaffiora ogni volta che riemerge la tentazione di correggere una norma introdotta dal governo Monti, nel pieno della crisi del 2011. Questa volta, è toccato al Dl Aiuti Bis.
Chi sostiene che vada tolta lo fa sapendo di dire una cosa impopolare, soprattutto oggi che le difficoltà legate a una nuova crisi, quella energetica, sta imponendo sacrifici a tutti. Anche per questo il tentativo viene spesso affidato al lavoro oscuro dei lobbisti che si muovono in Parlamento e alla stesura, spesso confusa, di emendamenti che, come successo in queste ore, possono essere approvati senza calibrarne fino in fondo le conseguenze.
La decisione di correggere rapidamente il tiro si concretizza quando è già in corso il rimpallo di responsabilità tra i partiti. Il Governo ha presentato un emendamento al Decreto Aiuti bis per sopprimere l’art. 41 bis sul ‘Trattamento economico delle cariche di vertice delle Forze armate, delle Forze di polizia e delle pubbliche amministrazioni’. Il Governo chiederà di votare l’emendamento salvo che le forze politiche all’unanimità non decidano di approvare l’ordine del giorno che dispone la soppressione dell’articolo nel Decreto Aiuti Ter.
Basta rileggere le dichiarazioni di oggi per capire come viene descritto il cortocircuito. Il leader del Pd, Enrico Letta, ha parlato di un “guaio assoluto e totale, uno schiaffo, visto che il dl Aiuti interviene per aiutare la parte più debole della società”. Immediata la presa di posizione di Giuseppe Conte, Cinquestelle: “la norma votata ieri da FI, Pd e Italia Viva per far saltare il tetto dei 240mila euro l’anno dei mega stipendi degli alti dirigenti dello Stato è veramente vergognosa”. Le stesse forze politiche che hanno votato a favore hanno annunciato emendamenti per modificare il testo, e quando è arrivata la mossa del governo lo stesso Letta, ha commentato via Twitter: “Bene la posizione del governo su impegno a togliere articolo 41bis e reintrodurre il tetto sugli stipendi pubblici”. Controreplica di Conte: “Eppure l’avete votato, Enrico. Un bel tacer non fu mai scritto”
Matteo Renzi prova a spiegare quello che è successo. “Non avevamo alternativa a votarlo per evitare che saltasse tutto e saltassero i 17 miliardi di aiuti alle famiglie” dice il leader di Iv. Resta da stabilire chi, come, e perché ha tentato il blitz. In attesa del prossimo tentativo che, a questo punto, arriverà nella prossima legislatura.