Ian Manook intervistato da Andrea Di Consoli
24 giugno 2018
Ian Manook intervistato da Andrea Di Consoli

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Tizian, Minari, Ian Manook, Bolzoni alla quarta giornata di Trame.8


Dalla riflessione sul terzo scioglimento del Consiglio comunale di Lamezia Terme alle ramificazioni della ‘ndrangheta in Emilia scovate grazie alle inchieste di un gruppo di liceali, all’esperienza portata avanti dal Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria guidato dal giudice Roberto Di Bella, che dal 2012 ha dato il via alle procedure di allontanamento dei minori da contesti familiari segnati da metodi educativi mafiosi.

Un’altra serata ricca di temi e protagonisti a Trame.8, che si concluderà questa sera a Lamezia Terme.

«Il lavoro del giudice Roberto Di Bella al Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria vuole salvare la quarta generazione della ‘ndrangheta, i figli di quei trentenni e quarantenni che oggi sono alla guida di potenti cosche calabresi. Allontanare i minori da situazioni familiari in cui vi sono concrete possibilità che un bambino diventi un futuro “padrino”, offrire a questi ragazzi un’opportunità di cambiare, è l’unica speranza per questa terra», così il giornalista Giovanni Tizian che a Trame.8 ha presentato il libro Rinnega tuo padre (Laterza), un viaggio-inchiesta tra storie di figli che rinnegano i padri e di madri coraggiose che hanno scelto di abbandonare al proprio destino i mariti fedeli solo alle leggi del clan.

E proprio sul Tribunale per i minorenni, Tizian ha dichiarato «l’ottimo lavoro del Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria non è appoggiato da nessun intervento normativo a livello nazionale. Si basa tutto sul lavoro dei volontari e delle associazioni. Per questo quando sentiamo parlare di lotta alla mafia da parte di esponenti politici, lascia perplessi il fatto che nessuno si sia ancora interessato a questo progetto. Su 50 casi di bambini allontanati da famiglie di ‘ndrangheta dal 2012 ad oggi, molti hanno avuto una concreta possibilità di cambiare vita. A Roma devono capire tutto questo».

Del caso Lamezia, primo Comune con più di quindicimila abitanti ad essere sciolto per tre volte, si è parlato nell’incontro sul libro dell’avvocato lametino Mario De Grazia La notte della città. Storie di ordinaria collusione e di tre scioglimenti presentato insieme al sociologo Vittorio Mete e al giornalista Attilio Bolzoni.

Per Mete «i tre scioglimenti di Lamezia ci dicono che non è soltanto un problema di infiltrazioni mafiose, ma è questione di come viene gestita la politica locale e di meccanismi deviati di raccolta del consenso». Su questo De Grazia ha aggiunto «se una coalizione imbarca undici liste e quasi trecento candidati al Consiglio comunale, se non è mafia è un metodo che ci si avvicina».

«La legge sugli scioglimenti», ha concluso Mario De Grazia «è una risposta importante rispetto alle collusioni della ‘ndrangheta con la politica, ma per farla funzionare bisogna lavorare sul post-scioglimento. Questa legge interrompe la malattia, ma non cura il malato che rischia di ammalarsi di nuovo».

A partire da vicende quotidiane, come il caso di una discoteca collegata ad un’esponente delle ‘ndrine, il giovane Elia Minari ha scoperchiato il vaso di pandora della ‘ndrangheta in Emilia, descrivendo nelle pagine del libro Guardare la mafia negli occhi (Rizzoli), un contesto in cui «sono gli stessi imprenditori emiliani a bussare alle porte della ‘ndrangheta, a voler a tutti i costi negare la realtà nel segno di una sorta di omertà nordica».

L’incontro con Minari ha concluso il progetto #Trameoff, percorso promosso dalla Fondazione Trame insieme all’Associazione Antiracket Lamezia Onlus, che ha coinvolto gli studenti di tutti gli istituti superiori lametini. #Trameoff si inserisce nell’ambito del progetto «Ti Leggo», promosso dalla Treccani dal 2016, di cui Lamezia è uno degli avamposti in tutta Italia.

Sulla questione delle scorte, l’intervento del procuratore aggiunto di Reggio Calabria Gaetano Paci per il quale «assegnare un sistema di protezione personale a qualcuno è una scelta che si basa sulla valutazione di un rischio, concreto o potenziale, fondato su elementi oggettivi. Sicuramente ci saranno stati abusi in passato, ma certamente la scorta non è una scelta che può essere oggetto di valutazioni politiche».

Tra gli altri incontri della giornata, un quadro sul terrorismo internazionale con il giudice della Corte penale internazionale Rosario Aitala e lo scrittore Andrea Di Consoli. Innovazione sociale e valorizzazione dei beni culturali nel focus con il direttore del Museo Archeologico di Reggio Calabria Carmelo Malacrino, il direttore del Parco Valle dei Templi di Agrigento Giuseppe Parello, il fondatore del Farm Cultural Park Andrea Bartoli.

Alle ore 22, nel cortile di Palazzo Nicotera, lo scrittore franco-armeno Ian Manook ha dialogato con il giornalista Andrea Di Consoli sul suo ultimo noir Yeruldegger. La morte nomade, terzo capitolo di una fortunata trilogia.

A concludere la giornata, lo spettacolo del giornalista Attilio Bolzoni, realizzato con la collaborazione dell’attore Marco Gambino e per la regia di Manuela Ruggiero, dal titolo Parole d’onore. Le voci della mafia, performance teatrale in cui personaggi come Tommaso Buscetta, Totò Riina, Michele Greco e altri esponenti di Cosa Nostra hanno preso vita attraverso la magistrale interpretazione di Gambino che ha riproposto sul palco le loro testimonianze rese ai giudici nei tanti processi di mafia.


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