Non solo la vita personale, che in questi casi è sempre pubblica, e non solo una questione di gossip. La separazione tra Francesco Totti e Ilary Blasi è anche un complicato affare da un punto di vista economico. Ci sono vent’anni di business in comune da sciogliere, o comunque da risistemare, oltre alla gestione dei figli e delle compensazioni che abitualmente accompagnano qualsiasi divorzio.
Un calciatore come Totti e una esponente del mondo dello spettacolo come Blasi non hanno solo guadagnato molto finora, con le rispettive carriere, ma hanno anche investito molto in attività imprenditoriali e accumulato molto da un punto di vista patrimoniale. Ci sono diverse società costituite per la gestione degli interessi che, insieme o separatamente, hanno prima affiancato e poi, nel caso dell’ex capitano della Roma, sostituito l’attività principale.
La grande eco mediatica che sta accompagnando l’annuncio della separazione, l’hashtag #Totti è entrato tra i trend mondiali ed è saldamente al primo posto nelle tendenze italiane, insieme all’attenzione che la stampa specializzata e non sta dedicando alle indiscrezioni e alle congetture sulle motivazioni, sarà presto accompagnata da una complicata partita legale e finanziaria per la separazione del patrimonio e la gestione delle attività imprenditoriali.
Non è la prima e non sarà l’ultima volta che coppie celebri e multimilionarie sono chiamate ad affrontare un percorso di separazione che comporta inevitabilmente anche un faticoso percorso parallelo, di natura economico-finanziaria. Quello che succede con le coppie ‘normali’, che vivono spesso separazioni ‘costose’, viene amplificato in presenza di grandi patrimoni e interessi ramificati, con conseguenze a lungo termine anche per i figli e per gli altri familiari.
Le proporzioni sono diverse, perché diverse sono le ricchezze accumulate, ma guardando al caso di Totti e Blasi ci sono due storie, anche queste molto diverse tra loro, che vengono in mente quando si parla di grandi separazioni: quella tra Silvio Berlusconi e Veronica Lario, in Italia, e quella tra Bill e Melinda Gates, a livello globale.
Nel primo caso, un lungo contenzioso, alimentato anche dall’attenzione con cui la stampa ne ha seguito gli sviluppi, si è chiuso a febbraio 2020 con un accordo che ha eliminato tutte le pendenze. Silvio Berlusconi ha rinunciato a chiedere circa 46 milioni di euro che l’ex moglie gli doveva sulla base della Cassazione che ha confermato la revoca dell’assegno di divorzio. Veronica Lario ha rinunciato a chiedere altri 18 milioni. Si è chiusa in questo modo anche la partita dei pignoramenti incrociati che si era innescata durante il procedimento.
Il caso di Bill e Melinda Gates ha caratteristiche diverse. Il divorzio si è formalizzato con una sentenza della Corte Suprema dello stato di Washington il 2 agosto 2021. Si è arrivati a una separazione consensuale, con nessuno dei due ex coniugi chiamato a pagare il mantenimento all’altro. Il patrimonio del fondatore di Microsoft, o meglio della coppia, ammontava al momento della sentenza a circa 152 miliardi di dollari e, ipotizzando una spartizione al centesimo, Bill e Melinda Gates a valle del divorzio possono contare su 76 miliardi di dollari ciascuno. L’altro aspetto significativo è il tentativo, almeno per i due anni successivi al divorzio, di gestire insieme la Bill and Melinda Gates Foundation, che ha una dotazione di circa 50 miliardi di dollari.