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29 maggio 2023

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TRAMONTI BLOG. «San Filippo Neri e il dono dello Spirito Santo» di Giampiero Scarpino


Lo Spirito Santo abita nelle menti candide e semplici e ci fa stare in continua pace e allegria che è una pregustazione del paradiso (San Filippo Neri)

Filippo Neri nasce a Firenze il 21 luglio 1515. Da giovane è attratto dalla cultura e frequenta il convento dei Domenicani respirando il clima spirituale del movimento di Girolamo Savonarola; Filippo nutre devozione per il Savanarola ma prende distanza dai metodi e scelte del predicatore. A diciotto anni Filippo si reca da un parente commerciante a San Germano l’attuale Cassino. L’esperienza  della commercio dura poco perchè aspira ad altro; non basta l’affetto della nuova famiglia e l’agiatezza.

Si reca a Roma attratto dal desiderio di vita spirituale; vi giunge come pellegrino penitente e vive gli anni della sua giovinezza, lieto e dedito a coltivare lo spirito. Frequenta le lezioni di filosofia e di teologia dagli Agostiniani e vive nella libertà del laico i luoghi della preghiera. Coltiva per tutta la vita questo spirito di contemplazione, alimentato da fenomeni straordinari, come quello di Pentecoste 1544, quando Filippo, nelle catacombe di san Sebastiano, di notte e dopo intensa preghiera, riceve in forma sensibile il dono dello Spirito Santo che gli dilata il cuore infiammandolo di un fuoco che gli arderà nel petto fino alla morte. Questa intensa vita contemplativa si sposa in lui con una intensa attività di apostolato verso coloro che incontra nelle piazze e vie di Roma, nel servizio della carità presso gli Ospedali degli incurabili, nella partecipazione alla vita di confraternite come la Trinità dei Pellegrini, di cui Filippo è il principale artefice.  A trentasei anni, il 23 maggio del 1551 è ordinato sacerdote e il suo principale ministero diviene la Confessione.

Con i penitenti Filippo inizia nella semplicità della sua piccola camera gli incontri di meditazione, dialogo spirituale e preghiera che costituiscono l’anima ed il metodo dell’Oratorio. Presto la cameretta non basta al numero crescente di amici spirituali e Filippo ottiene da “quelli della Carità” un locale più grande. Tra i discepoli del Santo Cesare Baronio e Francesco Tarugi, futuri cardinali, che maturarono la vocazione sacerdotale innamorati del metodo e dell’azione pastorale di Filippo. Nasce così, senza un progetto preordinato, la “Congregazione dell’Oratorio”: la comunità dei preti che nell’Oratorio avevano il centro della loro vita spirituale e il più fecondo campo di apostolato. Inizia una semplice vita famigliare con i discepoli a cui dà poche regole essenziali che creano la futura Congregazione. Nel 1575 Papa Gregorio XIII affida a Filippo la chiesa di S. Maria in Vallicella e con Bolla Papale riconosce l’Oratorio. Filippo ricostruisce la chiesa della Vallicella e trascorre gli ultimi dodici anni della sua vita nell’esercizio del suo apostolato di sempre: l’incontro paterno e dolcissimo  forte ed impegnativo, con ogni categoria di persone, nell’intento di condurre a Dio ogni anima nella semplicità evangelica, nell’ amore divino, nella letizia dello spirito. Si spegne all’alba del 26 maggio 1595, all’età di ottant’anni, amato dai suoi e da tutta Roma di un amore carico di stima e di affezione. La sua vita è suddivisa in due periodi: trentasei anni di vita laicale, quarantaquattro di vita sacerdotale. Filippo Neri, fiorentino di nascita diventa romano di adozione perché Roma ha adottato lui, prodigio di carità apostolica vissuta in una mirabile unione con Dio .”Apostolo di Roma” viene definito dai Pontefici e dal popolo Romano che gli attribuisce il titolo riservato a Pietro e Paolo. Il cuore di San Filippo, ardente del fuoco dello Spirito, cessa di battere in terra in quella bella notte di primavera, ma lascia in eredità il dono di una vita a cui la Chiesa guarda con grande e gioioso stupore. Giovanni Paolo II  spesso ha esaltato la figura di San Filippo Neri citandolo, unico dei santi, nella Bolla di indizione del Giubileo del 2000. Quando Filippo Neri giunge a Roma, intorno al 1533 questa è segnata dal sacco dei Lanzichenecchi del 1527 e vive già i fasti della mondanità del rinascimento. “E’ pellegrino a Roma, per vivere libero le memorie apostoliche e dei martiri  e starsene anche solitario per le sue devozioni”, scrive il biografo Antonio Gallonio.

Filippo visita le Sette Chiese e di notte le catacombe di San Callisto e di San Sebastiano deserte e malsicure. Diviene amico dei domenicani del convento di Santa Maria sopra Minerva, nel cui coro recita mattutino e compieta; è compagno dei Gesuiti nel terribile inverno del 1538-39 e con loro gira la città per raccogliere infermi e poveri affamati. Diventa educatore di ragazzi vagabondi e delinquenti ai quali, con allegria ripete spesso: «Beh quando volemo cominciare a far bene?». Prega nella Chiesa di San Salvatore e fonda la Compagnia della Santissima Trinità, per assistere pellegrini in viaggio per Roma per il Giubileo del 1550 . Educa tanti giovani contagiati dalla sua allegria cristiana. E’ «prima sementa dell’Oratorio», come la definisce Gallonio. Qualcuno si lamenta della “troppa allegrezza” dei suoi giovani ma lui risponde: «Lasciateli brontolare quanto vogliono. State allegramente: non voglio scrupoli, né malinconie; mi basta che non facciate peccati». E quando deve calmarli un po’ dice loro: «State buoni… se potete “ . Vive a santa Maria in Vallicella fino alla morte, avvenuta il 26 maggio 1595. Il suo corpo riposa ancora là. Una vita dedicata a Cristo e alla Chiesa; stando alle fonti «Filippo ha sempre conciliato la vita meditativa e la dedizione al prossimo». Per il Santo, infatti, lasciare la preghiera per andare in mezzo alla gente era «un lasciare Cristo per Cristo».

Monsignor Frisina, consulente musicale e ideatore del canto “Preferisco il Paradiso”, cantato da Gigi Proietti e dai bambini nella fiction su san Filippo Neri afferma: “San Filippo era consapevole di quanto fosse grande il potere della musica nel rivitalizzare le anime».  Giovanni Paolo II lo definisce «il profeta della gioia cristiana», con il desiderio ardente di chiedere a Dio di donargli lo Spirito Santo, perché senza la sua presenza è impossibile essere evangelizzatori”.

Il cuore di san Filippo era pieno di Spirito Santo e quando è stata fatta l’autopsia del corpo, c’è stato molto stupore nel constatare che le dimensioni cuore fossero più grandi del normale». Per finire una citazione su Filippo taumaturgo che compie miracoli, come la risurrezione per poche ore del piccolo Paolo Massimo. Ragazzi “state buoni se potete“ , “Paradiso, Paradiso, Preferisco il Paradiso!” e ”Lasciamo Cristo per Cristo, dalla preghiera all’azione”, frasi bellissime di San Filippo Neri che ispirato solo dallo Spirito Santo apre Oratori e cresce giovani nel canto, nell’allegria, nell’educazione avviandoli alla vita. Filippo Neri …una Vita che Invita!

Giampiero Scarpino


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