Migliaia di cittadini russi, fino a 10mila al giorno, stanno cercando di entrare in Georgia e oggi circa 5.500 veicoli, tra cui circa 3.600 auto, sono stati bloccati al confine a sud di Vladikavkaz. Secondo Tbilisi, il numero di russi in arrivo ogni giorno è quasi raddoppiato da quando il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato la mobilitazione di centinaia di migliaia di riservisti lo scorso 21 settembre.
“Quattro o cinque giorni fa arrivavano ogni giorno in Georgia 5.000-6.000 russi. Il numero è aumentato fino a circa 10.000 al giorno”, ha dichiarato il ministro dell’Interno Vakhtang Gomelauri. La Georgia e la vicina Armenia, che non richiedono visti per i russi, sono una delle principali destinazioni per i russi in fuga fin dall’inizio della guerra il 24 febbraio.
Il Cremlino non ha informazioni sul numero dei russi che avrebbero lasciato il Paese dopo l’annuncio sulla mobilitazione parziale per la guerra in Ucraina dal 21 settembre scorso. Lo ha chiarito il portavoce della presidenza russa, Dmitry Peskov, rispondendo a una domanda dei giornalisti, che gli chiedevano conto del dato fornito da Novaya Gazeta, secondo cui sarebbero partiti in 260mila. “No, non ho quella cifra. Ce l’ha la Guardia di frontiera queste cifre, dunque io non posso dire nulla su questo”.
Il ministero della Difesa russo ha dichiarato di non prevedere di chiedere il rimpatrio dei cittadini fuggiti nei Paesi confinanti dopo l’annuncio della mobilitazione parziale, escludendo così la loro potenziale deportazione.
Mosca ha dichiarato che, nonostante la “mobilitazione parziale” decretata la scorsa settimana dal presidente Putin, non sarà promosso un ritorno “forzato” di uomini che non si trovano in territorio russo. Pertanto, secondo quanto scrive l’agenzia Interfax, il governo russo non lancerà alcun appello ai Paesi vicini come il Kazakistan e la Georgia.
Il presidente kazako ha assicurato che il suo Paese proteggerà i russi che entreranno in Kazakistan per sfuggire alla mobilitazione militare.
“In questi giorni molte persone stanno arrivando nel nostro territorio dalla Russia. La maggior parte di esse è costretta ad andarsene a causa di una situazione disperata”, ha detto Kassym-Jomart Tokayev, secondo le agenzie di stampa russe. “Dobbiamo prenderci cura di loro, garantire la loro sicurezza”, ha aggiunto il presidente del Paese maggior alleato di Mosca in Asia centrale, ma che ha preso le distanze dal Cremlino riguardo all’offensiva russa in Ucraina.