La mobilitazione parziale in Russia è stata annunciata il 21 settembre e già arrivano le notizie di primi coscritti morti al fronte, sottolineando come siano stati mandati a combattere con poco o nessun addestramento. A scriverlo è Moscow Times, che racconta le storie di uomini come Andrey Nikiforov, avvocato di San Pietroburgo richiamato il 25 settembre e morto il 7 ottobre nei combattimenti vicino alla città ucraina occupata di Lysychansk.
I media locali di Krasnoyarsk riportano oggi la morte di tre uomini di questa regione siberiana, di 32, 40 e 42 anni. Sono caduti in Ucraina l’8 ottobre, dieci giorni dopo essere stati mobilitati. Nella regione dei monti Urali di Chelyabinsk, le autorità hanno confermato la morte di cinque uomini del distretto di Korkino, appena mobilitati. La notizia ha provocato rabbia sui social perché evidenzia come siano stati mandati allo sbaraglio, senza addestramento. E c’è molta angoscia fra i parenti dei soldati, perché non sono stati resi noti i nomi dei cinque defunti.
Il sito Meduza riferisce della morte di Aleksey Martynov, capo di un dipartimento del governatorato di Mosca. Secondo Natalya Loseva , vicedirettore editoriale del canale Rt, emittente legata al Cremlino, Martynov aveva 28 anni ed era stato mobilitato il 23 settembre. “Non aveva esperienza di combattimento. E’ stato mandato al fronte in pochi giorni”, ha scritto Loseva su Telegram. Il timore di molte famiglie russe è che i loro cari siano usati come carne da cannone e i morti fra chi è stato mobilitato siano molti di più. Secondo il bollettino giornaliero delle forze armate ucraine, dall’inizio dell’invasione sono stati uccisi 64.300 soldati russi, 500 dei quali nella sola giornata di ieri.