“La speranza per la pace si chiama Donald Trump“. Assist di Viktor Orban, da Berlino, all’ex presidente americano, suo grande alleato ideologico, che da giorni continua ad affermare che servono negoziati immediati di pace per fermare il conflitto in Ucraina, che gli “errori” di Joe Biden rischiano di trasformarsi in una Terza Guerra Mondiale. E si offre, neanche tanto velatamente, come l’unico, data la sua relazione con Vladimir Putin, in grado di gestire questi negoziati.
“Gli ucraini hanno risorse senza fine perché le ricevono dagli americani”, ha detto ancora il premier ungherese, nella tavola rotonda ospitato dalla rivista Cicero e dal giornale Berliner Zeitung, non nascondendo le sue critiche alla gestione di Biden che, secondo lui, non è un interlocutore credibile per i negoziati dal momento che “si è spinto troppo in là” affermando che Putin non può rimanere al potere.
Le dichiarazioni alla tavola rotonda non sono state le uniche esternazioni di sostegno a Trump fatte da Orban – che intervenendo ad agosto alla conferenza a Dallas dal Cpac, l’organizzazione ultra conservatrice americana, ha parlato di una lotta comune contro i progressisti – durante la sua missione in Germania. “Alla fine del mio primo giorno su Twitter, ho in mente una domanda: dove è il mio buon amico @realDonaldTrump?” ha twittato, con un chiaro riferimento polemico al bando di Trump dai social media dopo l’assalto al Congresso, Orban che solo ieri ha inaugurato il suo account su Twitter.