La Chiesa di Santa Rita, a Gabella, ieri pomeriggio, era piena di gente, non come normalmente accade in quanto luogo di celebrazione rituale, ma per essere diventata anche luogo di incontro di sensibilità culturali e religiose.

Un evento di straordinario impatto emotivo, organizzato dal Cenacolo filosofico del professore Filippo D’Andrea, incentrato sull’opera La Poesia del ricordo e del dolore: rifugio dell’anima di Fiore Isabella. Il poeta lametino, nato a Gabella, ha, tra l’altro, scritto due liriche che sono diventate inni alla Santa di Cascia, grazie alle musiche di Alessia Ursini e Annarita Cuda.

Il coro della Parrocchia, con Fiore Ursini, Patrizia Vescio Laura Ruberto e Raffaela Cimino, ha accompagnato l’evento insieme alle voci recitanti di due giovani attori: Davide Folino e Nicole Cuda. La moderatrice, insegnante Viviana Longo, introducendo i lavori sulla poetica di Fiore Isabella con frasi di grande sensibilità, ha dettato, con garbo e competenza i tempi e i ritmi dell’incontro.

Dal canto suo il professore D’Andrea ha guidato, con consolidata abilità di sollecitatore del pensiero, la riflessione sui contenuti della poesia, che rispecchiano il suo autore, come l’attenzione personale verso la fragilità umana, l’amore educativo del maestro di scuola che chiama paternamente i suoi alunni per nome, gli affetti familiari, la sensibilità verso gli animali, l’urgenza di una sana coscienza politica, eccetera.

I numerosi interventi del pubblico, apprezzando l’evento, hanno rimarcato vari aspetti uniti alla caratura umana, culturale e pedagogica di Fiore Isabella che, con un intervento conclusivo di ringraziamento e la lettura della commovente lirica A mio padre, ha affermato: «Tornare alla poesia è tornare all’essenza e forse alla verità. In essa c’è il desiderio di cercare il viso altrui per renderlo infinitamente presente. Non si parte e non si arriva alla poesia che corre latente nel cuore di chi ama la scrittura tanto quanto la vita».