Unical. La lettera del professore agli studenti che gli hanno salvato la vita
Il professore Giuseppe Marino è docente ordinario di analisi matematica all’Università della Calabria, collabora con l’Università dell’Arabia Saudita, è inserito nella graduatoria dei 3200 scienziati internazionali più importanti al mondo e qualche tempo fa è stato inserito tra i 4 migliori matematici italiani.
Il professore, originario di Longobucco in provincia di Cosenza, nelle scorse settimane ha rischiato di morire in quanto improvvisamente colpito da una rarissima malattia, ma ora sta meglio grazie alla gara di solidarietà scattata tra i suoi studenti che hanno donato decine e decine di litri di sangue per la terapia salvavita alla quale è stato sottoposto. Questa la lettera che il docente ha scritto per ringraziarli.
Cari ragazzi, vi ho fregato!!! Ho fatto finta di aver bisogno di sangue perché cominciavo a sentirmi vecchio e avevo bisogno di sangue giovane nelle vene!!! A parte gli scherzi, io prima avevo sempre la vostra spiritualità nel mio cuore e nella mia mente, mentre ora ho anche un poco del vostro sangue. Ma non di uno studente o due. Di decine e decine.
E’ una sensazione nuova che ancora non capisco pienamente. Spero di avere abbastanza futuro da comprenderla bene. Il Prof. De Pascale, mio Capo di Matematica e di Vita mi ha scritto questo messaggio: «Le forze della luce stanno lavorando sul tuo sangue. Sentile e visualizzale».
Io le ho sentite e visualizzate nel vostro affetto e nell’affetto di tutti i miei amici. E’ una cosa meravigliosa di cui non potrò mai ringraziarvi abbastanza.
Spendo due parole per raccontarvi di questa malattia per mettervi in guardia. E’ una malattia rara del sangue chiamata Porpora Trombocitopenica (PTT) o Sindrome di Moschowitz dal nome del primo che l’ha studiata e catalogata nel 1924.
Un articolo che ho capito anch’io un poco è questo, scritto in italiano e pubblicato su Italian Journal of Medicine (2011) 5, 227—237 Porpora trombotica trombocitopenica (PTT) o sindrome di Moschowitz: una vera urgenza Ematologica Thromboticthrombocytopenicpurpura (TTP) or Moschowitzsyndrome: a truehematologicemergency Deborah Melis a, Gianluca Michelis b, Marcello Brignone b, Marina Cavaliere b, Rodolfo Tassara b,*a Scuola di Specializzazione in Medicina Interna, Università degli Studi di Torino b SC Medicina Interna (Direttore: Dr. Rodolfo Tassara), ASL 2 Savonese, Ospedale «San Paolo», Savona.
Pare che colpisca soprattutto le donne fra i 20 e i 40 anni e i bambini. L’incidenza è di circa 1 adulto ogni milione di abitante all’anno. Per chi crede nella statistica questi dati sembrerebbero rassicuranti, perché nella provincia di Cosenza siamo meno di mezzo milione di abitanti e i colpiti siamo già 7.
La cosa però potrebbe essere preoccupante perché è un’incidenza molto maggiore che nel resto d’Italia. Le cause sono sconosciute. Un qualcosa che somiglia a una proteina, non ho capito bene, che si chiama ADAMTS13, gioca un ruolo fondamentale nel buon funzionamento delle piastrine nel sangue. Questo ADAMTS13 quando non funziona succedono i guai.
Le piastrine invece di circolare nel sangue e intervenire in caso di bisogno (ad esempio per coagulare il sangue in caso di ferita) si aggregano tutte insieme ad una parte. I globuli rossi nella loro corsa nel sangue le urtano e si rompono.
SINTOMI
I sintomi che io ho avuto e che riconosco ora, non li ho riconosciuti per tempo, per questo ve li descrivo, si sono manifestati penso negli ultimi due mesi: Una spossatezza inusuale per me che sono sempre stato molto attivo. Attribuivo questo all’estate eccezionalmente calda che abbiamo avuto e non pensavo affatto ad una malattia. Mi sono svegliato qualche volta con degli ematomi sulle braccia e sul torace.
Quand’ero piccolo ricordo che al mio paese si chiamavano «i pizzicotti dei morti» e dunque anche per questo non ci ho pensato più di tanto. Gli ultimi giorni un mal di testa feroce. Qui mi sono preoccupato perché io non soffro praticamente mai di mal di testa. La sera prima ho detto ai miei parenti: «probabilmente domani avrò un’ischemia». Il mal di testa era insopportabile.
La mattina dopo, giovedì 17, siamo andati al mare io, mia moglie e il nostro nipotino, alle 8. Io mi sono messo seduto perché al solito mi sentivo troppo debole e ho avvertito un formicolio all’indice e al medio destri. Ho cercato di strofinarli con l’altra mano ma dopo pochi secondi il formicolio è passato all’intero braccio destro.
Ho capito cosa stava succedendo ed ho cercato di chiamare mia moglie che giocava col bambino. Purtroppo non riuscivo più a parlare decentemente ma solo ad emettere suoni gutturali.
Mia moglie girandosi ha urlato perché il mio volto si era deformato. Ha chiamato immediatamente mio fratello. Nel frattempo io cercavo di strofinarmi tutto e di parlare, anche se non ci riuscivo bene. Dopo pochi minuti mio fratello è arrivato e siamo volati a Cosenza. Io penso che se lo avessero visto i tecnici della Ferrari lo avrebbero subito sostituito a Raikkonen.
Durante il viaggio lo strofinamento continuo del corpo e il continuo spruzzo d’acqua sul viso da parte di mia moglie e mia cognata è stato per me provvidenziale.
LA CURA
A cominciare dal pronto soccorso, posso testimoniare senza ombra di dubbio di stare vivendo un episodio di ottima sanità. Si parla sempre di Mala Sanità e quindi sento il dovere di affermare che io sono invece testimone di un modo di fare, di porsi con i pazienti, che è esemplare.
Infatti nonostante la bolgia infernale di gente più o meno combinata male, sono stato mandato prima a fare una TAC e poi gli esami del sangue. Dopo poche ore, gli esami del sangue hanno rivelato tutti i valori dell’emocromo completamente sballati.
La mattina dopo sono stati rifatti per sicurezza e i nuovi esami erano ancora più sballati. Allora mi hanno mandato al Reparto di Ematologia.
Immediatamente qui mi hanno fatto una trasfusione di sangue e dopo pochi minuti mi hanno infilato un catetere nella vena femorale e hanno cominciato la cura, che consiste nel collegarmi alla «lavatrice», la macchina che in ciclo continuo mi svuota tutto il sangue e mi cambia il plasma.
Ogni giorno finora la macchina ha lavato e ricambiato tutto. Ogni giorno 2 litri di plasma, dunque 4 litri di sangue, dunque 8 donatori. Questo fino a ieri, per 7 giorni di fila. Oggi finalmente no.
Oggi la cura prevede riposo. Per i primi 7 giorni i valori ematici sono stati sempre in miglioramento. Oggi c’è riposo.
Se domani i valori saranno rimasti uguali o in miglioramento, allora si potrà dire di avere superato il primo scoglio, altrimenti si tornerà indietro a fare il lavaggio ogni giorno.
Nell’ipotesi buona invece si procederà un giorno sì e uno no per un altro paio di volte e poi si passerà a uno sì e due no e così via. Se dopo un mese le analisi daranno risultati buoni si potrà dire di aver superato questa prova.
Naturalmente oltre alla «lavatrice» c’è tutto il pieno di pillole e flebo di cui non vi parlo proprio. E’ peggio dell’esame di Analisi 1, mannaggia la miseria! Vi ho voluto scrivere oggi perché se domani gli esami non dovessero essere buoni c’è il rischio che non avrei avuto più la forza di scrivervi.
Comunque vadano le cose abbiamo dato tutti assieme testimonianza che vivere un momento così bello di aggregazione fra studenti e docenti è stata una cosa di uno splendore e di un piacere immenso.
Vi ringrazio tutti e vi voglio bene (e per questo non vi regalo gli esami, ma mi sforzo di insegnarvi a meritarli). Pino Marino
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