A poco più di un mese dalla sentenza shock della Corte Suprema che ha annullato il diritto costituzionale all’aborto, permettendo a Stati a guida repubblicana di limitare al massimo se non vietare del tutto l’interruzione di gravidanza, negli Stati Uniti è boom di siti che vedono pillole abortive. Anche negli otto Stati che hanno vietato l’aborto e i sei che l’hanno limitato è sempre possibile quindi continuare a ricevere per posta da farmacie online le pillole abortive.
Già prima dell’annuncio della, già ampiamente anticipata, decisione della Corte a maggioranza conservatrice, gruppi come il sito Plan C hanno incominciato a studiare modi in cui poter avviare un sistema sicuro per organizzare, attraverso un servizio di telemedicina, l’invio delle pillole – approvate dalla Fda e che si possono assumere fino alla decima settimana di gestazione – alle donne che vivono negli Stati dove il loro diritto a scegliere è stato negato.
L’iniziativa non è priva di rischi legali per Elisa Wells e le altre attiviste del gruppo possono infatti incorrere in indagini penali da parte delle magistrature locali, essere colpite da cause civili e perdere anche la licenza medica per aver inviato pillole abortive in uno Stato dove la procedura è vietata. Per questo è stato ideato uno stratagemma, quello dell’inoltro postale: se per esempio una donna chiama il servizio di telemedicina dal Texas, dove l’aborto è vietato, può farsi mandare la pillola in Colorado, dove è legale, e da lì i servizi di inoltro postale lo fanno arrivare a destinazione.
Inoltre, chi conduce il consulto telefonico sta ben attento a non fare molte domande sulla residenza effettiva della paziente, l’importante è che sia in grado di fornire un indirizzo in uno Stato dove l’aborto è legale.
“E’ don’t ask, don’t tell“, ha detto Wells nei giorni scorsi al ‘Washington Post’ – citando il famoso mantra, non chiedere, non dire, con cui negli anni ’90 il Pentagono si relazionava con i militari gay – spiegando come sul sito Plan C sia possibile verificare tutti i tipi di pillole abortive sicure, cioè autorizzate dalla Fda. Solo nei giorni immediatamente successivi alla sentenza della Corte Suprema il sito aveva ricevuto oltre mezzo milione di visite.
Gli esperti infatti sottolineano come, come questo boom di richieste di pillole abortive online, ci sia il rischio di incappare di siti che non offrono medicinali sicuri o che sono delle vere e proprie truffe. “I truffatori vanno dove c’e’ la domanda, questa crea opportunità per i criminali e mette a rischio la sicurezza delle pazienti” spiega a Politico Libby Baney, della Alliance for Safe Online Pharmacies, un altro gruppo per la commercializzazione online delle pillole abortive.