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27 novembre 2024

News

Valencia, il caso Mendicino, “le case sull’argilla” ed altri disastri, tra abusivismo e tropicalizzazione del clima


INTERVISTA A CARLO TANSI di Lucia De Cicco

Carlo Tansi il prossimo 29 novembre, alle 18.30 presso la sala consiliare “Falcone Borsellino” del Comune di Mendicino, terrà un incontro con la cittadinanza e quattro sindaci del comprensorio delle serre cosentine, ing. Irma Bucarelli, ing. Orlandino Greco, avv. Lucio Di Gioia e dott. Francesco Iannucci.

Il tema di attualità è il disastro idrogeologico di Valencia. Se il Dana colpisse la Calabria? Immaaginiamo conseguenze disastrose per un territorio già abbastanza ferito e soprattutto per il territorio di Mendicino, che già in varie località quali Cozzo Pirillo, Località Dote, Rizzuto e Palagani ha visto coinvolti cittadini e territorio in frane abbastanza importanti, in alcuni casi con lo sgombero delle proprie dimore e la conversione di terreni prima in espansione e oggi agricoli con il pericolo da bollino rosso. frana-cozzo-pirillo

Chi meglio di Tansi, geologo CNR e già capo della protezione civile, per discuterne con la cittadinanza e con le Istituzioni, che si dovrebbero forse svegliare dal torpore amministrativo e porre rimedio, ma non come urgenza, quanto di prevenzione per i loro territori. Lo stesso ha posto più volte l’attenzione su questi disastri che oggi appaiono sempre più minacciosi.

Dottor Tansi, pochi giorni fa nel cosentino questo vento ha creato molti danni. Anche su Mendicino ha divelto finanche la copertura dell’ex convento di Santa Maria dell’Accoglienza, danneggiando la struttura. Cosa dobbiamo aspettarci per il futuro? E il Dana si puo’ verificare anche da noi?

Il vento in Calabria, in alcune zone, è una costante. Ricordo anche venti più forti del recente. Già nel 2013/2017 quando dirigevo la Protezione civile regionale ricordo un vento che abbatté alcune opere su corso Mazzini a Cosenza, alberi secolari creando non pochi disagi, ce ne saranno altri perché una nostra caratteristica regionale.  Ciò che è successo in Valencia se si possa verificare o meno? Intanto abbiamo mari molto caldi che purtroppo evaporando, questi vapori, in autunno vanno a contrastare l’aria fredda proveniente da nord. Ciò crea celle temporalesche sempre più frequenti negli ultimi anni. Ciò produce una tropicalizzazione del clima e nel tempo andranno ad essere sempre più intensi quanto maggiore sarà il contrasto tra vapori caldi e venti freddi. I fenomeni metereologici saranno sempre più importanti, volgarmente conosciuti come bombe d’acqua. Con una pioggia che cade in pochi minuti scaricando quella che dovrebbe cadere in tre mesi su un terreno arido dalla siccità estiva. Lo stesso caso si è verificato un mese fa nel Lametino con per fortuna proporzioni non come quelle di Valencia.

Come evitare da cittadino questi rischi?

Il problema è semplice ci sono zone franose e a rischio dissesto. Ben conosciute a noi geologici e inserite nel Piano dissesto idrogeologico, può vedere anche da sé consultando il sito, quali sono le zone a rischio e se casa propria è su quei terreni. È semplice si dovrebbe evitare di costruire in queste aree. Si usa il cambiamento climatico come alibi, ma invece ha solo incrementato quel rischio che già era in atto. Cosa evitare: L’abusivismo edilizio, abbiamo142mila case abusive, si costruisce in Calabria anche a ridosso dei fiumi, i  permessi dati senza criterio.

Ricordiamo il caso di Zumpano e costruzioni con tanto di permessi in zone a rischio…

Il caso di Zumpano, me ne occupai anni fa. La messa in sicurezza fu fatta dai privati è stata poi pagata però dalla Stato quindi da tutti noi. Noi continuiamo a pagare molti interventi scriteriati. E di certo dovrebbe intervenire per molti casi calabresi la Corte dei Conti, perché ritengo non corretto che paghino tutti per i criteri scriteriati di privati. Dal 2011 non mi sono occupato più di questi fatti perché rimango ricercatore CNR, e mi occupo delle frane di tutta la Calabria e non solo della fattispecie. E non saprei cosa dire sui provvedimenti presi in seguito. Molto più grave è la costruzione di una casa con i permessi edilizi ma in zona a rischio. Affarismo e commistioni tra politica e costruttori a discapito della gente che non conosce e che crede di aver acquistato in sicurezza. L’autorità penale e amministrativa entra poi in campo a far valere il diritto del cittadino truffato.

Lei sarà ospite il 29 novembre a Mendicino presso la Sala Consiliare “Falcone Borsellino”, che cosa pensa di questo territorio molto a rischio di dissesto idrogeologico, per esempio Cozzo Pirillo. Palagani?

Vorrei ricordare il grande geologo della storia dell’umanità, il più grande che è Gesù Cristo e che diceva che chi costruisce sull’argilla, sulla sabbia e non sulla pietra prima o poi deve aspettarsi la rovina. Concetto antico ma che è sempre più attuale. La forte pendenza e l’argilla per questi territori fanno il resto. Nella fattispecie di Mendicino sono convinto che prima o poi sarà fatta giustizia sul lato amministrativo, cosa difficile il penale che va in prescrizione quasi sempre e per questi reati nessuno in Italia poi realmente paga. Il caso di Cozzo Pirillo e il suo fenomeno, non è per niente esaurito. Nel 2017 feci un sopralluogo e si vedeva chiaramente che il fenomeno era in evoluzione e poi abbiamo visto in anni recenti i susseguenti sgomberi. Il fenomeno credo stia andando sempre più a monte, purtroppo. Le frane sono come dei tumori che si estendono. E i muri di cemento armato molto alti costruiti a barriera stanno purtroppo ruotando e se dovesse piovere in modo importante, l’ho detto e scritto più volte nella mia relazione alla Protezione civile, prevedo che il fenomeno interesserà anche le case e i terreni più a monte. Quindi chi oggi si sente sicuro non deve affatto esserlo.

Cosa si può ancora fare per quei territori e per salvare quelle case?

Vanno presi dei provvedimenti urgenti attraverso i fondi nazionali, perché un Comune non può gestire da solo la situazione. Ma bisogna intervenire presto perché il fenomeno è in evoluzione. fare uno studio dello stesso evento franoso, elaborare un progetto e pensare alla soluzione migliore in base ai rilevamenti. Ad esempio, mettere dei pali profondi al di sotto del piano dello scorrimento della frana, sistemi di drenaggio di allontanamento delle acque che interessano la frana stessa e che potrebbero interessarla in futuro. Ci sono varie tecniche da applicare in base agli studi, ma si deve intervenire subito altrimenti il fenomeno coinvolgerà altre case e altri terreni. C’è da muoversi in fretta adire ai fondi nazionali e intervenire con urgenza.


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