Alla tv del dolore di oggi “manca la voglia e il dovere di tenersi al di fuori, non diventarne protagonista. La cronaca è un’altra cosa: è vivere direttamente. A Vermicino il protagonista chi era? Chi scendeva? O il bambino intrappolato nel pozzo? La cronaca era il racconto di chi assisteva alla fine di una vita – fa una pausa Fede – Il bambino agganciato da un acrobata, l’urlo ‘l’ho perso, l’ho perso…’ e poi un eco profondo, l’ultimo grido di Alfredino che precipitava per altri 50 metri: Muoio….Muoio…. Quando lo racconto, ancora adesso e sempre lo vivo”.
“Quella di Vermicino è una storia che per come nasce, cresce e muore non ha precedenti – ricorda Fede – Ero appena stato nominato direttore ed era la mia prima riunione per l’edizione delle 13. Un redattore mi ha parlato di Vermicino e riferito che una squadra di vigili del fuoco stava andando a tirare fuori il bambino dal pozzo. Così ho detto: mandiamo una telecamera
“. (di Roberta Lanzara)