“L’unica a cui va dato rispetto – rimarca – è Franca, la mamma, che come in un film non capiva cosa stesse avvenendo. Pianse alla presenza di Pertini il quale capì l’importanza di attuare l’avvio della riforma prevista da Zamberletti, che portò alla nascita della Protezione civile. Chi affermava che ciò avvenne grazie al dramma vissuto da Franca – afferma Moscardini – commette un errore, perché il padre fondatore della Protezione civile è stato Zamberletti, grazie al team condotto da Pastorelli, responsabile unico delle operazioni a Vermicino”.
La necessità di una organizzazione del servizio nazionale in tutte le sue componenti, la valorizzazione degli enti locali e del volontariato erano punti indispensabili anche nell’ottica dell’introduzione del concetto di previsione e prevenzione, spiega l’ex vigile del fuoco indicando tra le complessità di coordinamento delle competenze necessarie per l’intervento l’inatteso scontro della trivella che perforava il terreno per creare uno dei due tunnel a fianco del pozzo, “con il basalto. Non c’erano solo tufo e argilla come riferito dai media. La trivella divenne viola per il calore e si spezzò e Pastorelli, responsabile delle operazioni di salvataggio di Alfredo Rampi, – ricorda Moscardini – comunicò con noi in contatto via radio dalla centrale e ci chiese di trovare una geosonda”.
Altra odissea: “La trivella era sulla via Cassia e la macchina che doveva trasportarla al Tiburtino terzo, due poli opposti di Roma. Abbiamo recuperato le parti e trasportato il cingolato sul posto. Ma le strade erano bloccate dalla gente che andava a vedere lo ‘spettacolo’. I carabinieri dirottarono le auto sui prati….”.
Il resto è storia: “Dopo la morte del piccolo Alfredino, nonostante gli sforzi sovrumani i pompieri vennero presi a sassate dal pubblico che assisteva alle operazioni e furono apostrofati con appellativi pesantissimi. Questo intervento era trasmesso in mondovisione. La gente ci chiamava da ovunque, anche dall’America per dare suggerimenti. La sala operativa del comando di Roma a via Genova andò in tilt”, mentre a Vermicino arrivavano volontari senza alcuna supervisione”. (di Roberta Lanzara)